Il genio di Margherita Hack rivive al Bolognini

Lo spettacolo con Ginevra di Marco e Francesco Magnelli, a chiusura della giornata di presentazione della stagione al Manzoni

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Quattro anni a condividere un viaggio che ha superato il palco, permettendo di rivelare tutta l’essenza della donna prima che dell’astrofisica. Un viaggio il cui bagaglio finale emotivo, sentimentale e culturale è risultato ricchissimo: tanta umanità, coraggio, semplicità, resistenza, forza d’animo di quelli che averne anche solo un pizzico basterebbe a sentirsi invincibili. Lo sanno bene Ginevra Di Marco e Francesco Magnelli, protagonisti domani sera (ore 21,15, teatro Bolognini) assieme ad Andrea Salvadori di "Questo grande villaggio globale" concerto-spettacolo per il centenario della nascita di Margherita Hack, quale immaginario ‘sequel’ di ‘L’anima della Terra vista dalle stelle’, spettacolo al quale la stessa Hack prese parte, innamorando il pubblico. Lo spettacolo chiuderà la giornata di presentazione della stagione del teatro Manzoni, il tradizionale pomeriggio del teatro aperto alla città, dalle 16,45. Parliamo con Ginevra Di Marco, tra le tante, mille cose, ex Csi e Pgr.

Come ebbe origine lo spettacolo?

"L’idea fu di Magnelli. Era il 2009, venivamo da una serie di album che avevano affrontato la musica popolare. Volevamo chiudere il cerchio inventando uno spettacolo in cui fosse presente un personaggio che quel Novecento cantato l’avesse vissuto. Margherita fu la persona ideale. La contattammo, fu conquistata dall’idea, sebbene la musica non le interessasse granché: le interessavano i nostri contenuti, nei quali ritrovava un che di familiare. Alternavamo coppie di canzoni a improvvisazioni sue. La sua sagacia era impressionante, aveva un’innata capacità di stare sul palco. Era una vera superstar".

Com’è strutturato lo spettacolo di oggi?

"Partiremo dal vecchio spettacolo, proiettando alcuni estratti video del docufilm che lo racconta, aggiungendo canzoni nuove appositamente scritte e riflessioni sul presente. Saremo insieme a Federico Taddia, altro entusiasta di Margherita".

C’è qualcosa in cui ritiene di somigliare a Margherita?

"Mi riconosco nella sua indole, in quel suo concentrarsi sul futuro e sui progetti a venire. Non occorre, sosteneva lei, ascoltarsi troppo nel fisico, ma tenere allenata la mente".

A proposito di ‘villaggio globale’: quanto ancora occorre lavorare per raggiungere quel mondo migliore a cui si riferiva la Hack?

"Credo che ognuno debba fare la propria parte per quanto concerne la propria esistenza e quella dei propri figli. Noi questo mondo nuovo non lo vedremo mai, possiamo solo confrontarci con le nuove generazioni che hanno moltissimo da dirci. Non credo nei giovani disillusi, vedo una gran voglia di fare". C’è qualche nuovo spettacolo al quale sta lavorando?

"Il 2022 sarà ancora denso di appuntamenti tra il nostro concerto antologico, quello su Tenco, su Fenoglio. Siamo molto sensibili a questo format, ci piace far incontrare musica, letteratura e poesia. Poi nel 2023 un nuovo disco".

linda meoni