Il futuro del Marini. Dalle riaperture ’spot’ all’idea centro studio. I progetti di Ruberto

Il commissario della Fondazione ha parlato del museo in commissione "Vogliamo tutelare la vocazione identitaria con la città di Pistoia".

Il futuro del  Marini. Dalle riaperture ’spot’ all’idea centro studio. I progetti di Ruberto

Il futuro del Marini. Dalle riaperture ’spot’ all’idea centro studio. I progetti di Ruberto

Prima data della ripartenza 23 aprile, giorno di riunione del ricostituito collegio dei revisori per parlare di passato, con un disavanzo significativo nel bilancio 2023, e di futuro, con invece un bilancio di previsione che, seppur contenuto, si chiude con un segno più. Ma per rimettere a posto il caos Marini sono tante le cose da discutere, la ricomposizione del nuovo cda e gestione del patrimonio in primis. Un giovedì denso quello appena trascorso per il commissario della Fondazione Marini, il prefetto a riposo Raffaele Ruberto, che dopo gli annunci in Prefettura della mattina – in sostanza, la riapertura parziale del Museo Marini nella sede di Corso Fedi per eventi straordinari nel luglio pistoiese – ha preso parte alla Commissione Cultura convocata per il pomeriggio. Motivo del discutere, la mozione presentata dalla consigliera Tina Nuti (Civici e Riformisti) al fine di sollecitare le istituzioni a fornire risposte sui progressi del commissariamento.

Sul piatto un po’ tutto ciò che riguarda il Marini, dal futuro di Palazzo del Tau a San Lorenzo, passando per la questione puramente economica di gestione e guida della Fondazione una volta concluso il commissariamento. "Con l’esame dei bilanci si chiude una prima fase e se ne apre un’altra di tipo gestionale nella quale si gioca totalmente la mia credibilità – ha detto Ruberto promettendo franchezza -. Faremo aperture parziali del Palazzo del Tau nel Luglio pistoiese esponendo opere del Marini. Quello è stato individuato quale miglior periodo per l’affluenza di locali e turisti. Un modo per dire ‘eccoci, ci siamo, la Fondazione è viva’. Questo possiamo farlo grazie al supporto del comando dei vigili del fuoco, i cui suggerimenti ci permetteranno di redigere un documento di valutazione dei rischi che ci dica come muoverci. A settembre è in programma invece la presentazione di un libro di prossima uscita che indaga il periodo svizzero di Marini, ufficialmente sconosciuto. Dopo il Guggenheim di Venezia e il Museo del Novecento di Milano, l’evento arriverà a Pistoia, corredato da una giornata di studi".

Nelle ambizioni di Ruberto l’idea che Palazzo del Tau, lontano per caratteristiche dai moderni musei, diventi una sorta di ’centro studi della scultura italiana’. "Sono convinto – ha proseguito il commissario – che ci sia una vocazione identitaria tra Marino e Pistoia. Il che non significa che Marino non possa stare altrove. Ma la ‘testa’ è qui che deve stare: troveremo una formula giuridica giusta per dire che una parte significativa dell’opera del maestro debba stare a Pistoia". Prosegue intanto l’inventario delle opere del Marini che al momento, per ciò che riguarda le sculture, ha permesso di individuare ventuno opere mai catalogate, così come è operativa la strada dei prestiti: "In giugno si aprirà una mostra al Forte di Bard che conterrà pezzi provenienti dalla Fondazione. È importante dire che esistiamo, ecco perché sto insistendo molto sulle relazioni esterne". Capitolo ricostituzione cda, per il quale servirà prima assegnare incarico a un notaio: "Statuto vuole che il consiglio sia composto per metà da persone di nomina della famiglia. Ma chi è la famiglia, chi i parenti più prossimi di Marino? Servirà un pubblico ufficiale che svolga una ricerca".

E poi c’è la questione economica della Fondazione, con un patrimonio, ha detto Ruberto, a quota 60 milioni di euro circa. "Le uniche entrate sono le autentiche e i diritti d’autore – ha concluso –. La Fondazione possiede poi titoli e immobili. Prima del commissariamento uno di questi, l’appartamento di Viareggio, è stato venduto e ciò ci ha permesso di sanare delle insolvenze pregresse, ma è chiaro che occorre pensare a entrate serie, che riguardino l’opera dell’artista. Altrimenti si rischia il default in pochi anni".

linda meoni