LINDA MEONI
Cronaca

Il Ceppo chiude i battenti: "Un’avventura splendida, ma priorità a nostro figlio"

Otto anni tra cucina stagionale e alta cocktaileria: stasera il ’closing party’. "Siamo dispiaciuti. Se qualcuno si fa avanti, pronti a passare il testimone"

Samuele Santini e Chiara Lomi

Samuele Santini e Chiara Lomi

Pistoia, 28 settembre 2023 – L’affaccio, il vecchio ospedale del Ceppo con il suo magnifico fregio, uno dei più belli di tutta Pistoia. L’idea innovativa, come poche se ne incontrano altrove e figurarsi in città. Eppure anche le storie più belle inevitabilmente arrivano al punto in cui è opportuno mettere la parola ‘fine’. Con una consapevolezza e un bagaglio oggi più ricco: "Abbiamo fatto un gran lavoro e i clienti non hanno smesso di riconoscerci in questo senso la loro gratitudine, il loro affetto. Lasciamo in consegna a chi e se verrà un luogo sano, senza pendenze". Il tempo di arrivare a fine ottobre e il bandone de Il Ceppo ristorante e cocktail lab di piazza Giovanni XXIII si abbasserà definitivamente. Una notizia dettata da nient’altro se non esigenze personali, di famiglia: l’arrivo di un figlio e lo stravolgimento delle priorità da genitori. A diffondere l’annuncio i due titolari Chiara Lomi e Samuele Santini, bartender lei e chef lui, soci in affari ma anche compagni di vita che dopo otto anni salutano questa splendida avventura.

Pistoiese lei, umbro lui, da sempre entrambi seppure per strade differenti nell’ambito della ristorazione con un’alta specializzazione nella cucina per Samuele e nella cocktaileria per Chiara, si sono incontrati infine durante un’esperienza comune sulle Dolomiti. Da lì l’amore tra i due e la decisione di metter radici, tornando a Pistoia e mettendosi in proprio.

“Questa piazza è stata per noi un amore sincero. È qui, in questo ospedale, che io sono nata. È stato per me come tornare alle origini – racconta Chiara –. Era il 2016 quando cominciammo. Abbiamo cresciuto la nostra creatura modellandola secondo il nostro sogno: un menu stagionale, una cucina espressa. Samuele è stato sartoriale in quello che ha fatto in cucina. Io, per il mio ruolo, ho voluto portare un’idea di cocktaileria a 360 gradi. Siamo stati i primi in questo, come nella proposta del brunch. Avevamo superato brillantemente la pandemia, poi è nato Noa e alcune difficoltà familiari ci hanno talvolta impedito di dedicarci al nostro locale con l’impegno che avremmo dovuto. Sia io sia Samuele siamo perni fondamentali qui dentro e non siamo mai riusciti a creare una sorta di nostro ‘alter ego’ in grado di proseguire con la proposta".

Con il dolore che accompagna ogni chiusura d’attività ce n’è poi un altro ed è quello che fa capo al capitolo sicurezza: l’apertura di quel ristorante ha infatti garantito un punto di presidio di un’area che, pur essendo centrale, tende a diventare terra di nessuno al calar del sole. "Spegnere le luci su questa piazza ci addolora, siamo stati noi stessi ad assistere ad episodi non belli in passato – conclude Chiara –. Ci piacerebbe che qualcuno si facesse avanti per non interrompere l’attività. Qualche persona interessata c’è. Da parte nostra possiamo dirci orgogliosi di quanto fatto. Lasciamo un locale sano, senza pendenze: chi vorrà subentrare non avrà da far altro se non girare la chiave e lavorare". Intanto questa sera è in programma un ‘closing party’, festa di chiusura per celebrare il termine di questo bel percorso.