
"Sono una persona come tante, anzi no, sono in parte una persona come tante: con valori, responsabilità, senso civico, un ruolo sociale e familiare. Dico in parte perché è appurato che una parte di me è da anni un giocatore di azzardo compulsivo.
Mai entrato in un casinò, tranne che a scopo turistico durante un viaggio negli Usa, non so giocare a poker, non scommetto su eventi sportivi, mai fatto una puntata su un cavallo, mai entrato in una sala scommesse, mai frequentato bische clandestine.
Semplicemente, mi sono ritrovato dopo la classica fortuna del principiante, a diventare un abituale e continuo giocatore di videolottery. Da ciò che doveva essere un momento fortunato e unico, é iniziato invece il mio declino. Sì, perché non ho avuto il controllo, la forza di alzare la mano e dire basta, chiedere aiuto. Ho iniziato in poco tempo a giocare ogni giorno. Ho nascosto la mia dipendenza a tutti, compagna, famiglia, clienti, amici e colleghi. E clienti. Cosa di non poco conto. Perché tutto quello che ho descritto fino adesso riguarda me, e rovinarsi non é un reato credo. Invece ho iniziato a dar fondo ai miei risparmi, e non sono mai stato molto formica, ho smesso di pagare tasse e contributi, ma peggio ancora ho tradito l’etica e il rapporto fiduciario con i miei clienti".
"Per anni ho illuso persone che riponevano in me massima fiducia, perché la parte normale di me il proprio lavoro sa farlo bene e con risultati, convincendoli ad affidarmi i risparmi al fine di ottenere rendimenti migliori. In realtà cercavo solo di coprire le mie costanti perdite e compensare tra loro i clienti fiduciosi. Il ruolo sociale, una personalità seria e un buon riconoscimento da parte dell’ambiente che frequento, hanno reso possibile che la mia dipendenza non venisse fuori. Ma poi il coperchio salta. Anche se già da un po’ mi disprezzavo. Perché quando i tempi hanno iniziato a stringersi e la voragine aumentava, alla fine la mia parte malata mi portava sempre a cercare di reperire denaro da chi aveva fiducia in me e un rapporto di amicizia o parentale. Ho danneggiato, in alcuni casi in modo grave, clienti, amici, la mia compagna, mia madre e parenti. Ho così deciso di farla finita. Il destino ha voluto che la mia compagna per puro caso mi abbia fermato. Solo in quel momento ho sentito volare via il peso della menzogna e mi sono sentito libero per la prima volta dopo anni".
"Poi è arrivato il resto: tutti apprendono il danno che hanno subito, la fiducia tradita, il lavoro perso, le conseguenze legali e umane. Voglio scusarmi dal profondo del cuore con chi ho tradito, danneggiato e deluso. Non biasimo nessuno che può solo odiarmi o non voler vedermi più. Invito chi mi conosce nell’ambiente del gioco: se state esagerando fermatevi, chiedere aiuto non è indice di debolezza bensì di coraggio".
Daniele Gentili