"Ho fatto l’impossibile per salvare Tommi"

Lo strazio della nonna dell’amichetto con cui il bimbo, morto a 10 anni, stava giocando in piscina: "È successo tutto in 5 minuti"

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"Ho fatto di tutto, ho cercato subito di afferrarlo per portarlo fuori dalla piscina. Da sola non riuscivo, così ho chiesto aiuto al compagno di mia figlia. Alla fine, una volta fuori, gli ho praticato il massaggio cardiaco, la respirazione, tutto quello che potevo fare in collegamento con il 118, ma è stato tutto vano". La voce trema e le lacrime scendono lungo il volto segnato dalla tragedia. La nonna (omettiamo il nome per non rendere riconoscibile il minore, ndr) dell’amichetto del piccolo Tommaso, racconta con il cuore in mano la tragedia che si è consumata in poco più di 5 minuti nella loro abitazione di Prataccio, dove aveva portato i due bambini, il 14 agosto, per passare un pomeriggio spensierato. Tutto è accaduto tra le 15.38 e le 15.45 quando è scattata la chiamata al 118.

"Ci eravamo messe d’accordo con la mamma di Tommaso per far passare insieme un pomeriggio ai bambini in piscina – racconta la nonna –. Loro avevano preso in affitto o gli avevano ceduto una casa ad un chilometro dalla nostra, esattamente a Cecafumo. Così ci eravamo dette che un pomeriggio sarei passata a prendere il piccolo per portarlo in piscina da noi". A casa dell’amichetto di Tommaso, la piscina è di quelle fuori terra dove l’acqua al massimo raggiunge un metro di altezza. "Ai bambini l’acqua arrivava all’ombelico, non di più". Una volta arrivati al casolare di Prataccio i bimbi sono immediatamente scesi dall’auto pronti a tuffarsi. "Siamo arrivati davanti casa e mio nipote si è tolto subito pantaloni e maglietta e si è tuffato in mutande – continua la nonna –. Anche Tommaso si è spogliato tutto per mettersi il costume per poi entrare in acqua. In casa c’erano mia figlia e il suo compagno. Li ho lasciati giusto un attimo per andare a prendere il costume a mio nipote. Insomma, il tempo di salire e scendere le scale di casa, quando sento mio nipote che mi chiama per dirmi che “Tommaso stava vincendo la gara di apnea“, un gioco che amavano fare, una prova di resistenza. Allora mi avvicino a Tommi e gli tocco il braccio per dirgli di smetterla e a quel punto l’ho visto a bocca aperta e ho capito che qualcosa non andava".

Attimi di terrore: tutti si sono prodigati per aiutare il piccolo. "Ho cercato di afferrarlo, in tutte le maniere ma era bagnato, scivolava dalle mie mani. Da sola non riuscivo. Così ho chiamato il compagno di mia figlia e insieme siamo riusciti a tirarlo fuori. Chiamato il 118, io ho iniziato con il massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca. Nel frattempo mia figlia urlava dal balcone, è arrivato tutto il paese tra cui una cardiologa e suo padre medico. Hanno continuato loro con le manovre mentre aspettavamo che arrivasse l’ambulanza. Sono serviti 40 minuti ai sanitari per raggiungere la nostra casa e poco dopo è arrivato l’elisoccorso che non riuscendo ad atterrare nel mio giardino ha lasciato sul posto cinque sanitari ed altre attrezzature. Hanno fatto di tutto – continua con la voce singhiozzante la nonna –. Lo hanno intubato, usato l’adrenalina ma il bambino non ha mai ripreso conoscenza".

Una volta portato via il bambino sul posto, sono arrivati i carabinieri che hanno accertato la temperatura dell’acqua e l’altezza. "Eravamo sui 29 gradi. Tommaso aveva mangiato qualcosina, ma non sappiamo spiegarcelo. La sera siamo stati ascoltati in caserma. Anche mio nipote, sostenuto da una psicologa ha parlato con i carabinieri. Lui dice di aver notato soltanto che Tommaso, dopo essersi immerso una prima volta, ha tirato indietro la testa, sembrava avere avuto un mancamento insomma". Il pensiero dell’intera famiglia, in queste ore, è soltanto per i genitori di Tommaso. "Sento la mamma tutti i giorni, una tragedia che non dimenticheremo mai. Posso solo immaginare cosa stanno vivendo in questo momento, non ci sono parole per consolarli".

Michela Monti