"Gli uomini hanno cambiato il clima Ora devono imparare a conviverci"

Il capitano Paolo Sottocorona, ospite oggi nella maratona della rassegna, analizza le nostre paure "Con l’aumento delle temperature, aumentano anche le piogge. Ma il problema è quando e quanto".

"Non esistono più le mezze stagioni": verità o dicerie popolari?

"Potremmo dire che non era vero prima ma che lo è diventato adesso. Le stagioni non sono mai state precise, c’è sempre stata oscillazione. Ora essendo divenuti evidenti gli effetti del cambiamento climatico con questa maggiore irregolarità del tempo e quindi delle stagioni, queste convinzioni sono diventate drammaticamente vere. Premonitrici".

Cos’è e cosa non è il cambiamento climatico?

"Qualsiasi cosa succeda oggi diciamo ‘è colpa del cambiamento climatico’. Un capro espiatorio perfetto. Il che nel complesso è vero perché oggi lo si vede e lo si sente di più, ma le irregolarità come dicevo sono sempre esistite. Facendo un esempio: se la prossima estate sarà torrida questo non significa che la colpa sia del riscaldamento globale; potrebbe anzi succedere al contrario, proprio per quell’irregolarità, che la prossima estate sia fredda e piovosa. Se prendo il caldo di questa estate come testimonianza del cambiamento climatico faccio un errore di metodo. Se l’estate ancora successiva sarà fredda allora il cambiamento climatico non esisterebbe più? No, ovviamente. E a proposito di riscaldamento globale, va anche chiarito che la temperatura media del pianeta non salirà ovunque. Oggi abbiamo il problema della siccità da un lato e delle alluvioni dall’altro. È un quadro drammatico: oggi la media delle piogge in Italia, tra i 600 e gli 800 millilitri l’anno, spesso si concentra in pochi episodi. Dovessimo fare una previsione per l’Italia, in generale il Sud Europa, possiamo pensare che aumentando le temperature medie aumenteranno anche le piogge. Il problema è quando. E quanto".

Oggi sembra che debba essere il clima ad adeguarsi all’uomo...

"Noi cambiamo il clima e poi non sappiamo adattarci a quel clima da noi stessi modificato. Chi dice che quel che sta accadendo non dipende dall’uomo dice una sciocchezza. Forse uno 0,2% del riscaldamento globale va imputato ad attività solari. Ma il grosso lo abbiamo fatto noi. La prova sta nei reperti fossili che raccontano di cambiamenti climatici avvenuti in diecimila anni. Adesso nel giro di 150 anni abbiamo aumentato del 50% la quantità di Co2 presente nell’atmosfera, i ghiacci dell’Antartide non hanno mai subito variazioni così rapide. I rimedi? Questa è tutta un’altra faccenda che deve vincere resistenze, inerzie e problemi di tipo tecnico e geopolitico".

Il linguaggio è cambiato: sensazionalismo o che altro?

"C’è un diverso approccio agli eventi estremi. Sta prendendo piede un pressappochismo sensazionalistico. ‘Bomba d’acqua’ non significa niente. Ogni fenomeno ha il proprio nome. Se parlo di nubifragio non è opinione, sono numeri, calcoli. Vedo una certa disonestà e scorrettezza nello sparare titoli come ‘estate rovente’ o ‘inverno gelido’". Com’è cambiata la sua professione negli anni?

"Da un lato il forte sviluppo della tecnologia ha rivoluzionato la previsione quotidiana anche a breve termine, dall’altro si tocca con mano questa irregolarità del clima. A volte succede l’imprevedibile e i dati di cui disponi non sono sufficienti. Le regole del gioco sono cambiate". Che rapporto hanno gli italiani con la meteorologia?

"Negli ultimi decenni c’è stata un’aumentata attenzione e richiesta di rassicurazioni rispetto al tempo, fenomeni che hanno origini anche di tipo sociale. Poi c’è questo sovraffollamento di previsioni. Non è possibile fare una previsione su un giorno ora per ora, neanche col microclima o su una singola città. Previsioni entro i 5-7 giorni sono oneste, tutto il resto è imbroglio. C’è molta attenzione ma poca educazione".

Lei che rapporto ha con la natura e ciò che è ambiente?

"Vivo in campagna, vado a vela, la natura la apprezzo. Non sopporto chi va al mare o in montagna si riempie l’anima e gli occhi e se ne va lasciando i rifiuti. Poi c’è la parte consapevole, per il lavoro che faccio. E quindi sono molto preoccupato. Da cittadini, possiamo solo mantenere il nostro pianeta al meglio che possiamo".

linda meoni