
"Un collegamento snello con Firenze" è un altro dei suggerimenti per rendere facile l’arrivo. Fondamentale differenziare le proposte, garantire strutture di accoglienza e i parcheggi .
PISTOIA
Una città giovane protesa al lavoro, all’innovazione, alla creazione di nuove opportunità e progetti. È questa la Pistoia dei giovani imprenditori interpellati da Confcommercio, che ha ascoltato la propria componente più energica, coloro che fanno impresa in giovane età, facendo seguito all’inchiesta de La Nazione sulla Pistoia che i giovani vorrebbero. Molte le proposte emerse, tutte unite sotto un comune denominatore: più progetti nuovi per attrarre all’esterno e più servizi per cittadini e turisti.
"Mi occupo di locazioni brevi – dice Tommaso Baroncelli, 28 anni dell’azienda ‘Appartamenti Il Giglio’ – e posso dire che Pistoia viene percepita dai turisti come una piccola Firenze, al cui interno è possibile respirare la Toscana vera, fuori dalle rotte del turismo di massa. Ci sono però alcune questioni che devono essere risolte, in primis quella dei parcheggi: raggiungere il centro non può trasformarsi in una maratona. Bene gli scambiatori, ma vanno potenziati anche tutti quelli nella zona intorno alla stazione. Poi credo, sul piano degli spostamenti, che sia necessario spingere molto per il raddoppio della ferrovia". Baroncelli ha anche un’altra idea: "A Pistoia farei uno studentato, perché Firenze inizia ad essere veramente cara, e l’economia che questi genererebbero sarebbe un grande valore aggiunto. Oltre a questo, servirebbe un servizio di consulenza per chi desidera aprire una nuova attività: dobbiamo diffondere maggiormente la cultura d’impresa tra i giovani".
Per Giulia Mochi, 32 anni, titolare di Jango 27, "La sfida deve essere cercare sempre idee nuove, il che non è facile in una città come Pistoia. Credo che una spinta importante potrebbe arrivare dal turismo, ma bisogna lavorare in più direzioni. Ci aiuterebbe molto predisporre un’accoglienza migliore, ma servono anche più strutture ed una comunicazione più penetrante. A Pistoia non manca nulla, se non la volontà di aprirsi e fidarsi, abbracciando nuove soluzioni. Io cerco di farmi conoscere sempre di più come giovane imprenditrice, ma le idee devono essere affiancate da una risposta a livello di città".
"In città – osserva Manuel Maiorano, 36 anni, titolare della pizzeria ‘La Fenice’ – mancano una sinergia tra le attività ed una visione comune. Dobbiamo credere in Pistoia, accettarne tutte le sfumature, aiutando i giovani che promuovono l’innovazione e cercano di portare avanti nuovi progetti. Nel mio settore, i locali offrono menù e servizi simili. È necessario lavorare per distinguersi e per incentivare la frequentazione della città. Noi abbiamo portato avanti un progetto da pazzi, un concetto di pizza innovativa e futurista, puntando sulla qualità e su forme mai viste prima".
Per il presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confcommercio, vicepresidente nazionale, nonché Ceo di Lotrèk, Filippo Gruni, "Il problema più grande è quello dell’attrattività della città all’esterno ed è un tema che ha a che fare con la capacità di accettare persone da fuori. Serve un piano ad hoc, affinché i giovani si trovino in una città con un buon work life balance e con opportunità culturali e di socialità. Oggi questo movimento si esprime soltanto nei cocktail bar ed è pericoloso per il futuro, oltre che un problema per le aziende in termini di acquisizione di nuovi talenti. La valutazione sulla città è fondamentale e consentirebbe un collegamento molto più snello e rapido con Firenze, perché permetterebbe di viverla partendo dalla comodità e dall’economicità di Pistoia".
Per Gruni però c’è anche un’altra questione: "Riguarda uno sviluppo strategico per la cultura e per il turismo che ad oggi noi non vediamo. La cultura consente un incontro e una crescita a livello lavorativo. A Pistoia siamo carenti di co-working, ma forse l’iniziativa privata manca perché non c’è una disponibilità da parte della città. Siamo fuori dalle rotte, dobbiamo entrare maggiormente nel mondo".
MF