Gemma, la più giovane nell’Anpi: "Vigiliamo sulla libertà ricevuta"

Gemma Neri, giovane attivista antifascista, si iscrive all'Anpi per mantenere viva la memoria dei partigiani e spronare i coetanei a impegnarsi per il cambiamento.

Gemma, la più giovane nell’Anpi: "Vigiliamo sulla libertà  ricevuta"

Gemma, la più giovane nell’Anpi: "Vigiliamo sulla libertà ricevuta"

Aleardo e nonna Milena sono stati testimoni. Ma antifascista - se questo da solo non fosse bastato - anche per una questione di convinzione personale. Di quelle così forti da sentire che "metterci la faccia" dovesse essere un dovere morale e civile. Gemma Neri ha 26 anni, ma il giorno in cui ha scelto di iscriversi all’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) di anni ne aveva 23, ferma e granitica ieri come oggi la convinzione che essere in prima linea con l’attivismo sia l’unica strada per innescare il cambiamento. Una sorta di sveglia che nelle sue intenzioni occorrerebbe suonare anche ai suoi coetanei: nei numeri gli iscritti cosiddetti giovani all’Anpi provinciale sono infatti ancora pochi, circa una cinquantina. "A noi certo non spetta il compito di salire sulle montagne e imbracciare i fucili come fecero i partigiani, quella sì che era lotta, che era combattimento vero. A noi oggi – riflette Gemma, che oggi ricopre il ruolo di vicepresidente Anpi Larciano-Lamporecchio ed è membro (più giovane) del direttivo provinciale - è richiesto solo di metterci la faccia. Solo così possono cambiare le cose. Veramente". L’attivismo è cosa ben radicata in Gemma, ma la motivazione vera a metter la sua firma su quella richiesta di iscrizione all’Anpi è arrivata dopo il lockdown. "Seguivo Anpi solo sui social, spinta dai racconti dei miei nonni materni, tra i testimoni dell’eccidio del Padule. Poi ho cominciato un approfondimento ancor più strutturato sulla storia, la Resistenza, il fascismo e ho pensato che fosse arrivato il momento di trasformare quel mio interesse passivo in attivo – ricorda Gemma -, per spronare me stessa e magari anche i miei coetanei. La percezione che ho riguardo ai giovani come me? Che lo spirito combattivo non appartenga alla nostra generazione. Che la fiducia nelle istituzioni, nelle associazioni e nei partiti si sia un po’ persa". Alla radice di tutto c’è anche per questa giovane iscritta la consapevolezza di quanto sia importante fare memoria, custodirla. "Il senso del 25 aprile per me è rinnovare la memoria dei partigiani, di ragazzi e ragazze come me che hanno lottato per conquistare la libertà – chiude Gemma -. A noi ragazzi e ragazze di oggi un compito importantissimo: vigilare su quella preziosissima libertà, con il privilegio di non aver conosciuto l’asfissia alla quale erano costretti i nostri coetanei in quegli anni".

linda meoni