Nebbia e freddo, ecco la galaverna: Acquerino e Scaffaiolo, che magia / FOTO e VIDEO

Lo staff della Riserva e Gabriele Obino immortalano il suggestivo fenomeno, spiegato dall'esperto di meteo Matteo Innocenti. Che ci regala qualche previsione: "Neve? Poca o niente per i prossimi 10 giorni"

Suggestive immagini dal Lago Scaffaiolo (foto Gabriele Obino)

Suggestive immagini dal Lago Scaffaiolo (foto Gabriele Obino)

Pistoia, 23 gennaio 2020 - Quando la nebbia incontra il freddo che fa battere i denti nasce la magia. E così il nostro patrimonio verde, più o meno in quota, diventa bianco, puro e delicato, regalando suggestioni uniche grazie a quelle sculture di ghiaccio e neve che si formano sugli alberi e sul terreno. Due punti naturalistici privilegiati, la riserva dell’Acquerino e il lago Scaffaiolo, immortalati rispettivamente dallo staff del versante Cantagallo della riserva e dal fotografo amatoriale Gabriele Obino, che raccontano un fenomeno tutto di questi giorni, di fronte al quale restare a bocca aperta.

Una finestra eccezionale quella spalancata sulle nostre montagne da Gabriele Obino che attraverso il suo profilo Facebook regala quotidiani spaccati fotografici dall'Appennino tosco-emiliano. Suggestive le immagini che qui vedete che arrivano dal Rifugio del Lago Scaffaiolo, ma la magia che Obino regala ogni giorno documenta diversi altri angoli di paradiso in terra: dalla Croce Arcana al lago di Pratignano fino a tutto il parco regionale del Corno alle Scale.

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Ma tornando al video e alle immagini delle sculture di ghiaccio, si apre il dibattito: bruscello o galaverna? “Due fenomeni da distinguere assolutamente – ci spiega Matteo Innocenti, creatore del cliccatissimo Meteo Campotizzoro, www.meteocampotizzoro.it) - : da quello che si vede dalle immagini sia per lo Scaffaiolo sia per l’Acquerino si tratta di galaverna. Stiamo parlando di un fenomeno che si forma quando al 90% si ha nebbia e temperature inferiori allo zero. In soldoni: si tratta di nebbia che congela. Diverso è il discorso del bruscello, così lo chiamiamo in montagna, altrimenti detto gelicidio. E chi ha memoria non potrà dimenticare quello che colpì le nostre zone all’alba del 1996, che ebbe portata si può dire distruttiva. Il fenomeno accade quando a livello del suolo è presente uno strato di aria fredda, mentre sopra ce n’è un altro di aria più calda che consente la fusione della neve che cade dalle nubi. Quando le gocce vengono a contatto con una superficie, congelano all’istante, formando uno strato di ghiaccio trasparente e quasi ‘incapsulando’ i rami degli alberi, l’erba, i cavi elettrici. Nel ‘96 il bruscello durò due giorni e mezzo, fu una vera piaga”.

L'occasione della galaverna offre uno spunto per offrire anche qualche previsioni a livello neve, in una stagione che fatica a decollare. "Questo è un inverno a livello di neve veramente pessimo - dice Matteo Innocenti -, credo di poter dire uno dei più brutti degli ultimi 25 anni. Farà forse una passata di neve venerdì notte intorno a 1.400 metri e poi martedì correnti atlantiche miti porteranno via tutto. Per almeno 10-15 giorni minimo non c'è speranza che arrivi la vera neve".