Fuochi incrociati su Vicofaro "La gente non ha mai accettato i ragazzi, non c’è comprensione"

"Sembra che siate afflitti per la condizione dei profughi... siate sinceri, dei ragazzi non vi è mai interessato nulla, fin dai primi che sono arrivati. Li avete sempre ignorati. Volete un incontro con don Massimo Biancalani? Tale proposta a lui non è mai pervenuta finora, ma sarà disponibile come ha affermato lui stesso". Si è fatta attendere solo qualche giorno la risposta del Centro Ascolto Caritas Vicofaro al coro di protesta elevato – attraverso le colonne de La Nazione – da parte dei residenti delle vie adiacenti alla chiesa di Vicofaro, rifugio per un altissimo numero di migranti. Residenti ormai stufi della situazione che caratterizza quella zona. Degrado, confusione e mancanza di controlli all’interno e all’esterno dei locali dove abitano gli ospiti: sono questi i fattori scatenanti le accuse lanciate dai cittadini, con don Biancalani finito – ancora una volta – nel loro mirino. In difesa dell’operato del prete, ecco appunto la presa di posizione del Centro Ascolto Caritas Vicofaro, fondato nel 2015. "I residenti hanno sottolineato il fatto che sono presenti persone agli arresti domiciliari? Da qui capiamo che cristianità, senso civico e cultura del diritto non fanno parte di questi soggetti. Un individuo che commette un errore deve avere una seconda possibilità ed è per questo che don Biancalani non si è rifiutato di accettarlo nel centro d’accoglienza. In generale, c’è disinteresse nei confronti dei profughi. La stessa comunità parrocchiale, non li ha mai accolti". E a chi parla di giro di droga a Vicofaro per colpa dei migranti, il Centro replica: "Si tratta di un’affermazione gravissima. Stanno infangando quei ragazzi: o chi accusa ha prove concrete oppure è da querelare per difendere la dignità dei profughi".

Francesco Bocchini