REDAZIONE PISTOIA

Ferrini guida il Distretto "Mettere i vivai al centro"

La nomina ufficiale con l’assemblea di ieri. Il neo presidente ha annunciato le sue priorità: più visibilità anche internazionale e maggiori investimenti

Il professor Francesco Ferrini, ordinario di Arboricoltura generale e coltivazioni arboree dell’Università di Firenze, è il nuovo presidente del Distretto vivaistico pistoiese: ieri l’ufficialità con l’assemblea al Circolo di Masiano. Ferrini, che era stato proposto dal presidente di Cia Toscana Centro Sandro Orlandini e non ha trovato candidature alternative in seno a un’assemblea distrettuale a cui non ha partecipato Coldiretti, succede a Francesco Mati che ha presieduto il Distretto delle piante per due mandati, dal 2015. "Ci aspettiamo un ulteriore salto di qualità scientifico nella divulgazione del settore vivaistico e dei benefici della produzione del verde per la salute e l’ambiente – il commento di Luca Magazzini, presidente dell’Associazione vivaisti italiani –. E l’operato di Avi anche con la presidenza di Ferrini sarà improntato all’apertura, al coinvolgimento di tutti e alla trasparenza delle azioni al fine di rafforzare il distretto".

Aspettative che sembrano esser ben riposte. "Coloro che mi hanno preceduto – ha detto Francesco Ferrini, dopo essere stato eletto, rivolgendosi a Mati e Vannucci – hanno permesso di attuare le molteplici attività del Distretto che ne hanno garantito la crescita, pur in un contesto di crisi come quello degli ultimi anni. Per cui a loro va il mio personale ringraziamento. Le cose da fare sono tante perché nell’ultimo anno e mezzo è cambiato tutto. Il vivaista deve essere sempre più consapevole – ha affermato il neo-presidente Ferrini – che quando vende una pianta, vende una medicina".

Tanti i punti del suo programma. Ecco i principali. Centralità dei vivai come driver del neo Rinascimento verde che sta rivoluzionando le città. Più visibilità al distretto: per Ferrini va "migliorata la visibilità dell’attività vivaistica, che è meno conosciuta di quanto si pensi". Più internazionalità: bsogna migliorare il dialogo con le istituzioni e allacciare nuovi rapporti anche a livello nazionale ed europeo. "E a onor del vero – ha detto Ferrini – questo punto è stato caldeggiato anche da chi mi ha preceduto".

E ancora, più investimenti nella ricerca. Adesso gli investimenti nella ricerca per il florovivaismo sono fermi a circa lo 0,0004% del giro d’affari del settore florovivaistico, contro una "già bassa media nazionale dell’1,4%" di investimenti in ricerca sul Pil. Se il florovivaismo vale circa 2,5 miliardi di euro, l’1,4% significherebbe 35 milioni di euro, che sarebbero 35 volte di più di quanto viene investito oggi dal ministero competente. E infine, informatizzazione. Il distretto dovrà dotarsi di un sito per fornire informazioni sulle attività svolte e Ferrini invita i soci a sostenerlo nell’attuazione di questo cambiamento. "Serve il contributo di tutti – ha concluso –. Ogni idea sarà apprezzata".