Fallimento Vivai Bruschi. La nuova asta a gennaio. Spiraglio per i creditori

Si riparte dalla cifra di cinque milioni e 800mila euro per tutti i lotti interessati. Altrimenti si andrà avanti con un rilancio minimo fra le parti di 150mila euro. .

A distanza di un poco meno di un anno dal precedente tentativo, visto che in mezzo c’è stato materiale di lavoro per gli avvocati parte in causa fra sospensive e ripartenze dei processi dal punto di vista penale, è stata fissata la nuova data per l’asta relativa al fallimento della "Vivaio Sandro Bruschi" che fu dichiarato tale nell’ottobre 2018 dalla Corte di Appello di Firenze. L’appuntamento è per il prossimo 10 gennaio, alle ore 11, nello studio di uno dei curatori fallimentari, vale a dire Olimpia Banci (l’altro è Nino Maffia di Massa e Cozzile), mentre le domande in apposita busta chiusa dovranno pervenire entro le ore 12 del giorno precedente.

In termini di esborso e di richiesta, si riparte da quella che era la gara bandita nel gennaio scorso: cinque milioni e 800mila euro per tutti i lotti del fallimento (che riguardano sia la parte pistoiese, fra vivai e strutture, che quella di Migliarino Pisano con altri terreni). Per chi sarà interessato a partecipare, assieme alla domanda con tutte le specifiche richieste, dovrà presentare una cauzione di 580mila euro: qualora ci si troverà di fronte ad una unica offerta, la gara verrà considerata chiusa (ovviamente se chi si è presentato rispetta tutti i dettami richiesti) e con il versamento dei quasi 6 milioni di euro che dovrà avvenire entro 180 giorni dall’aggiudicazione, altrimenti si andrà avanti con un rilancio minimo fra le parti di 150mila euro.

Al netto di quelli che saranno gli sviluppi processuali che vedono coinvolti la stessa dirigenza della vecchia "Vivaio Sandro Bruschi", così come quella della Giorgio Tesi Group che, nel 2016, rilevò i possedimenti di Bruschi con l’affitto del ramo d’azienda (cifra pattuita a suo tempo e oramai saldata del tutto a fine marzo di quest’anno), l’asta su terreni, materiali e strutture è altresì importante per dare speranza ai creditori, che non sono pochi, di poter rivedere tornare indietro, almeno una parte, di ciò che gli spetterebbe. Va altresì ricordato che, all’inizio di questa vicenda, l’asta prevedeva due distinti lotti, uno pistoiese ed uno pisano, con la prima quotazione che era ben superiore ai dieci milioni di euro, quasi il doppio di quella che è la cifra attuale che serve per aggiudicarsi il tutto. Sul fronte locale, si parla dei vivai di via Pieve a Celle (con l’agriturismo "Casale dell’Orso"), via Nuova di Castellare, via Croce di Badia, via Capanne Vecchie, via di Sant’Alessio ed altri terreni ubicati fra Serravalle e Quarrata.

Più ristretti i beni pisani con i vivai di Migliarino ed i rispettivi impianti di irrigazione. In precedenza, c’era già stata un’altra sospensione nell’iter dell’asta per la presenza di alcune documentazioni incomplete nel momento in cui almeno un’offerta era stata depositata. Vedremo se in questi due mesi e poco più, qualcuno tornerà a farsi avanti per tentare di ridare lustro ad importanti appezzamenti vivaistici.

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