Escursionista trovato morto. Era in bici: ipotesi malore

Fabrizio Marini, 73 anni di Pistoia, era uscito domenica per un giro all’Acquerino. Una notte di ricerche del Soccorso Alpino: è stato recuperato senza vita.

Escursionista trovato morto. Era in bici: ipotesi malore
Escursionista trovato morto. Era in bici: ipotesi malore

Tragedia nei boschi della Riserva dell’Acquerino, a perdere la vita è stato Fabrizio Marini, un ingegnere settantatreenne pistoiese che si era recato nella zona per fare un’escursione con la sua mountain bike. L’attivazione al Soccorso Alpino e Speleologico della Toscana è arrivata nel tardo pomeriggio di domenica alle 18,30 al Tecnico di Centrale Operativa, chiedendo di attivare gli specialisti alla ricerca di un disperso: "nella zona della Riserva Naturale Acquerino Cantagallo, sul confine tra la provincia di Prato e Pistoia, per una persona non rientrata da un’uscita nei boschi". L’uomo sarebbe uscito in giornata per fare un giro in bicicletta da solo, e non sarebbe rientrato, quindi i familiari, non vedendolo arrivare hanno allertato i soccorritori. Sul posto sono state fatte convergere ed hanno partecipato alle ricerche, due squadre di tecnici del Soccorso Alpino, rispettivamente della Stazione Appennino dal Pistoiese e Stazione Monte Falterona da Prato.

Il campo base da cui sono partite le ricerche, è stato allestito a Acquerino ed è da lì che i tecnici hanno iniziato le ricerche insieme al personale dei Vigili del Fuoco, con il quale hanno battuto tutta la zona partendo dal luogo dov’è stato rinvenuto il furgoncino con cui l’uomo aveva raggiunto il luogo d’inizio dell’escursione.

"Le ricerche – informa una nota del Soccorso Alpino – sono proseguite fino a quando è stato rilevato un segnale dal telefono del ciclista, nella zona dell’ Eremo degli Angeli - Cascinale Il Vespaio, e una squadra si è subito diretta sulle coordinate. Una volta raggiunte, l’uomo è stato individuato in una scarpata a circa una decina di metri dal sentiero e dalla propria bici". La causa del decesso è da imputare, con ogni probabilità, ad un malore che lo avrebbe colpito senza lasciargli scampo. La zona dove l’uomo ha parcheggiato il furgone, posta nella parte alta della "Riola" è costellata da numerosi sentieri sterrati, tutti degni d’interesse per una girata in bicicletta, anche per le diverse difficoltà che offrono. Lo sfortunato escursionista è stato individuato a pochi metri dalla sua bicicletta, lungo una scarpata in una zona decisamente impervia, tant’è vero che per riportare il corpo sul sentiero, dopo aver ricevuto il nulla osta al suo recupero, c’è stato bisogno di calare una barella lecchese a cui assicurare la salma per poi issarla a forza di braccia e con l’ausilio di corde fino al sentiero dove è stato affidato agli uomini dei servizi funebri. Le operazioni si sono concluse attorno alle 2 di ieri mattina.

Andrea Nannini