Piazza Duomo ha gridato a chiare lettere "Fora Bolsonaro". Nelle stesse ore in cui il presidente brasiliano si recava al monumento votivo militare di San Rocco, per partecipare alla cerimonia di commemorazione dei soldati brasiliani caduti in Italia nel corso della Seconda guerra mondiale, circa duecento persone, nonostante la pioggia e il giorno feriale, hanno raccolto l’invito dell’associazione Palomar partecipando alla pacifica manifestazione di protesta che ha animato il cuore della città con striscioni, bandiere e tanti interventi in aperto dissenso con la presenza di Bolsonaro a Pistoia. Forze politiche, associazioni ambientaliste, movimenti sociali e anche diversi cittadini brasiliani: in tanti hanno risposto all’appello "democratico e antifascista" dei promotori dell’iniziativa. Lungo l’elenco: Amici del Padule di Fucecchio, Articolo Uno, associazione Arcobaleno, centro sociale di Santomoro, i circoli Arci di Fornaci, Ho-Chi-Minh, Pontelungo e Sarripoli, Europa Verde, Giovani del ’22, gruppo Il Faro, Insieme per Montale, Io sono qui Pistoia, Movimento 5 Stelle, le parrocchie di Ramini e Vicofaro, Partito Comunista, Potere al Popolo, Progressisti in cammino, Rete Toscana in Movimento, Sinistra civica ecologista e Sinistra Italiana.
"I cittadini premevano per organizzare un presidio in città, dando il segnale che Pistoia era fisicamente e idealmente da un’altra parte rispetto alla passerella di Bolsonaro – spiega Daniela Belliti, presidente di Palomar ed ex vice sindaco della giunta Bertinelli – per questo abbiamo deciso di dar loro voce con questa manifestazione, indipendentemente dai numeri che avremmo raggiunto. La risposta della piazza ci dice chiaramente che la sua presenza a Pistoia non è gradita poiché offende la memoria di quei giovani militari brasiliani che hanno perso la vita per dare la democrazia e la libertà alle nostre terre e ai nostri paesi". Non sono mancate le polemiche nei confronti dell’amministrazione comunale: "Avrebbero dovuto rifiutare l’accoglienza a Bolsonaro, come accaduto altrove – attacca ancora Belliti – il vescovo ha giustamente preso le distanze, Tomasi al contrario ha delegato la vicesindaco per garantire la presenza del Comune (al cimitero poi è andato l’assessore all’urbanistica Leonardo Cialdi, nda). La maschera del momento istituzionale è caduta conSalvini. Se un Capo di Stato è accompagnato da un capo politico, allora si tratta di propaganda elettorale".
"Era importante esserci come cittadini e come rappresentanti politici, poiché Bolsonaro infanga la memoria dei ragazzi brasiliani caduti per portare la libertà – afferma Tina Nuti, consigliera comunale di minoranza del gruppo Pistoia Spirito Libero – l’assenza di Tomasi è solo una scelta tattica e non figlia di un convincimento, altrimenti si sarebbe esposto pubblicamente". "Partecipiamo a una manifestazione che non dovrebbe avere colori per manifestare dissenso nei confronti di un personaggio che viola diritti umani e sociali – le fa eco Nicola Maglione, capogruppo del Movimento 5 stelle – la risposta dell’amministrazione è stata quantomeno fumosa: sarebbe stata opportuna una presa di posizione chiara per dire che non c’entravano nulla con questa visita, soprattutto dopo Salvini che ha reso evidente il fine politico". Infine Riccardo Musumeci di Articolo Uno: "Sappiamo chi è Bolsonaro e cosa ha fatto, è inevitabile esprimere una ferma condanna". Lapidario anche il commento di Roberto Bardi del Partito Comunista: "La sua visita è una provocazione e un atto propagandistico, non dovrebbe esserci spazio per personaggi del genere nella vita politica pubblica". La manifestazione, come l’intera giornata, si è svolta senza problemi grazie all’imponente servizio di sicurezza organizzato dalla questura.
Alessandro Benigni