
Leggere oggi Dante è un’esperienza che non ci può lasciare indifferenti: le sue parole, i suoi versi, le sue storie ci chiamano in causa, interrogandoci su questioni universali, e ci aiutano a far luce sui nostri sentimenti di ragazzi di tredici anni alle prese con la vita. Siamo dei nani sulle spalle di un gigante, grazie a cui possiamo riflettere sul nostro presente e sul nostro domani. È con questa consapevolezza che abbiamo intrapreso il nostro viaggio attraverso i regni della Divina Commedia, per dare vita ad un progetto contro il bullismo. Infatti, come Dante nel mezzo del cammin della sua vita si è ritrovato in una selva oscura, così noi "all’inizio del cammin di nostra vita ci ritrovammo in un tunnel oscuro che la nostra felicità si era smarrita". Questo il titolo del progetto che ci ha visti impegnati nella stesura della sceneggiatura: protagonisti gli alunni di una classe. Da una parte i bulli che, sostenuti dai gregari, collocano le foto delle loro vittime nei vari gironi dell’Inferno: così di cerchio in cerchio si incontrano i Nani, i Quattrocchi, i Tirchi, gli Omertosi, gli Egoisti e, infine, al posto di Lucifero, il professore che i bulli vedono come il nemico".
"Nel Purgatorio, invece, trovano collocazione i gregari che, pur avendo commesso qualche errore in passato, si sono pentiti; infine in Paradiso, per l’esattezza nell’Empireo, i due capibanda. Dall’altra parte ci sono le vittime alle prese con lo stesso compito: se loro situano se stessi nei vari cieli del Paradiso ed il professore, da cui si sentono ascoltati e capiti, nell’Empireo, stupisce veder disporre i bulli nel Purgatorio e non all’Inferno, perché – spiegano le vittime –loro in fondo non hanno colpe, ma sono anch’essi vittime di situazioni difficili. È proprio questa apertura alla comprensione da parte delle vittime a spingere i bulli a ripensare alla precedente collocazione nei tre regni ultraterreni e a cambiarla: adesso sono loro a popolare i gironi infernali, mentre le vittime trovano posto in Paradiso. Quest’ultime, però, hanno un cuore così grande da sentirsi in dovere di operare un ulteriore cambiamento nella disposizione e così, alla fine, tutti si ritrovano insieme in Paradiso, non prima di aver compiuto un percorso di redenzione. Questo quindi l’insegnamento di Dante, appreso grazie alla lettura della Commedia e all’attività svolta a partire da essa e conclusasi con la realizzazione di un video: è necessario sempre affrontare i problemi, magari scendendo all’Inferno, perché soltanto dopo aver attraversato il buio delle tenebre è possibile tornare "a riveder le stelle".