Covid: ora un ’filtro’ per il pronto soccorso

Varato il maxi piano della Asl Toscana Centro in vista di un’eventuale ripresa dell’epidemia in autunno per evitare accessi impropri

Un’immagine del pronto soccorso del San Jacopo

Un’immagine del pronto soccorso del San Jacopo: misure straordinarie anche dopo i mesi del picco pandemico.

Pistoia, 5 agosto 2020 - Al pronto soccorso in caso di malore? Non necessariamente. Una delle novità previste nel maxi piano dell’Asl Toscana Centro per la fase due dell’emergenza Coronavirus prevede che le ambulanze inviate dal 118 non dovranno, in automatico, accompagnare i pazienti all’ospedale ma, in determinati casi, medicalizzarli da remoto.

E’ questa una delle tante novità pensate dall’azienda sanitaria, a tutela del dipartimento di emergenza e urgenza, in vista dell’autunno quando l’allarme Covid potrebbe tornare a farsi sentire. Nelle quaranta pagine del maxi piano, uno speciale capitolo è infatti dedicato proprio al dipartimento di emergenza e urgenza e alla necessità di evitare accessi impropri e quindi lo stazionamento di persone nel pronto soccorso che hanno bisogno di aiuto per patologie minori.

«E’ necessario ripensare gli spazi e i percorsi in pronto soccorso e in ospedale – scrivono i responsabili dell’Asl Toscana Centro nel documento -, attraverso interventi essenziali per mettere in sicurezza il percorso in pronto soccorso di tutti gli utenti, Covid e non Covid. Siamo infatti in una fase in cui l’epidemia inizia ad apparire più controllata ma la malattia non sarà destinata a scomparire ma a stabilizzarsi in forma endemica fino all’arrivo di un trattamento definitivo farmacologico o vaccinale. Fino ad allora i casi saranno pochi e, fatalmente, si concentreranno in ospedale passando dal pronto soccorso, che non saranno più semideserti, ma ugualmente dovranno essere sicuri ed efficienti".

"Quando il 118 viene chiamato o interviene in strutture a qualunque titolo collegate al servizio sanitario nazionale – si legge ancora nel documento – (comprese le strutture di tipo residenziale e socio sanitarie in genere) il personale della centrale o dell’equipaggio, dovrà interfacciarsi col personale sanitario della struttura, compreso il personale medico di competenza per condividere sia l‘indicazione all’invio del mezzo 118 – continuano nel documento gli esperi - che l’indicazione al ricovero. I responsabili del 118, i referenti delle reti tempo dipendenti ed i responsabili dei pronto soccorso dovranno prevedere incontri periodici operativi, mirati alla revisione congiunta della casistica ospedalizzata e all’analisi della sua distribuzione".

Infine la medicalizzazione da remoto e quindi l’ambulanza che di fatto garantisce i servizi del pronto soccorso. "Qualora sul territorio intervenga personale infermieristico del 118 o personale volontario delle ambulanze di primo soccorso – recita ancora il documento -, il percorso di ospedalizzazione non dovrà essere automatico e inevitabile, ma, quando serve, dovrà essere prevista e garantita la medicalizzazione da remoto del medico di centrale, che potrà assumere la decisione di ospedalizzare o meno giudicando in prima persona o attraverso l’intervento di un mezzo medicalizzato di appoggio". Michela Monti © RIPRODUZIONE RISERVATA