Chiesa, la prima donna a diventare "accolita"

Beatrice Pagliai potrà salire sull’altare con il parroco e dare la Comunione: rivoluzione per un ministero riservato da sempre agli uomini

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Sarà la prima donna a salire sull’altare accanto al parroco durante le celebrazioni, la prima a poter distribuire l’Eucarestia. In Cattedrale oggi alle 18 accadrà qualcosa di straordinario. Non soltanto per Beatrice Pagliai – destinata a diventare la prima donna ad accedere al ministero dell’accolitato nella nostra Diocesi –, ma per tutta la Chiesa che si dimostra in cammino verso il cambiamento. Con il motu proprio “Spiritus Domini”, infatti, Papa Francesco nel 2021 ha modificato il canone 230 del Codice di diritto canonico abrogando la storica limitazione dell’ingresso ai laici di sesso maschile: un’apertura che ha il profumo di un’autentica rivoluzione. Insegnante alla scuola dell’infanzia Marino Marini di Pontenuovo, 55 anni, sposata e con due splendide figlie, Beatrice Pagliai è pronta al grande passo.

Com’è iniziato il percorso spirituale che l’ha condotta a questo traguardo?

"Ho sviluppato il mio interesse verso la religione in giovane età. Nel 1987 ho frequentato la scuola di teologia a Pistoia, poi ho proseguito i miei studi all’Istituto Beato Ippolito Galantini di Firenze conseguendo anche l’abilitazione a insegnare religione. Un’esperienza che ho voluto provare per diversi anni tra le scuole medie e superiori di Pistoia, prima di dedicarmi infine all’educazione dei più piccoli. Nel frattempo ho coltivato un ruolo sempre più attivo all’interno della mia parrocchia, quella di Santomato, sia prestando servizio come catechista sia prendendo parte al consiglio pastorale. Detto ciò mai mi sarei aspettata questo dono".

Come è successo?

"Il mio parroco, don Paolo Tofani, ha proposto il mio nome al vescovo monsignor Fausto Tardelli. La mia storia e le mie motivazioni personali sono state sottoposte ad un’apposita commissione che ha accolto la mia candidatura ritenendomi idonea".

È felice di questo incarico?

"Ne sono orgogliosa e grata. Sono emozionata, sento su di me il peso di una grande responsabilità. La mia vestizione, infatti, è il segno di una svolta epocale per la Chiesa tutta che si apre a uno scenario nuovo, inedito che intende valorizzare ulteriormente le donne. Grazie al Papa le laiche potranno continuare nella loro partecipazione attiva con un ruolo istituzionale, riconosciuto anche in ministeri storicamente riservati agli uomini".

Una rivoluzione che lei reputa necessaria per le donne?

"Credo che questo sia un primo passo verso un riconoscimento ’dovuto’. La Chiesa ha voglia di rinnovarsi, di essere sempre più vicina alle persone. Io, per quanto mi riguarda, mi metterò volentieri a servizio della comunità".

Elisa Capobianco