"Una chat di classe contro mio figlio. Istigava all'odio, sono senza parole"

Due alunni di una scuola elementare sono finiti nel mirino perché troppo "vivaci" durante le lezioni. Lo sfogo della mamma di un piccolo: "Forse spaventava il suo essere diverso, ma perché agire così?"

La mamma di uno dei bimbi nel mirino si è sfogata sui social

La mamma di uno dei bimbi nel mirino si è sfogata sui social

Pistoia, 7 settembre 2022 -  Il senso buio di quella chat sintetizzato in una parola: odiare. "Odiare" e quindi bullizzare, deridere, tutto nel chiuso di una stanzetta virtuale, una chat di WhatsApp appunto, dove tutto è più facile e si può dare sfogo indisturbati a commenti pesanti. Aprile 2020, sul social nasce un gruppo di scuola che porta il nome della stessa classe, una terza elementare di un istituto in provincia, l’ennesimo si direbbe per scambiarsi consigli, appunti, fare richieste, sostenersi a vicenda.

Sbagliato, perché in quel gruppo che porta il nome della classe non ci sono tutti i compagni, di sicuro ne mancano almeno due, ma tutti quelli che sono dentro sono certamente accomunati da uno spirito condiviso che nel sottotitolo alla chat recita così: "Odiamo tutti...." e via dietro i nomi dei bambini. "Se non li odiate abbandonate il gruppo, grazie". Il motivo presunto di un sentimento simile? Un eccesso di vivacità in aula e qualche problema nell’apprendimento che pare ripercuotersi negativamente sulla classe. Il tempo trascorre, dalla terza i ragazzi passano alla quarta e poi alla quinta. Il ciclo scolastico elementare si conclude ed eccoci ad oggi. Quel gruppo è ancora in piedi, ma stavolta si chiama "ex quinta elementare" e il senso del suo esistere risiede ancora una volta in quella brutta frase che tutto è tranne che una divertente battuta.

Si arriva infine a questo settembre, quando una delle mamme dei due esclusi (e quindi a ruota anche l’altra) è raggiunta casualmente dalla notizia dell’esistenza di questa chat dopo una disarmante confessione di una ex compagna. Niente di più spiazzante dopo questi anni di convivenza che mai avevano dato a pensare a situazioni parallele simili. Un’amarezza così forte riversata in uno sfogo sui social. "Questo – scrive la mamma di uno dei bambini esclusi – è un gruppo che a mio avviso istiga all’odio verso i due ragazzini, certamente scalmanati, non privi di difetti. Io però non trovo le parole. Forse si è voluto prendersela con mio figlio per il suo essere ‘diverso’ agli occhi degli altri. Ai bambini che su questo gruppo si divertono io auguro un giorno di essere come mio figlio: la sua esuberanza, semplicità e sincerità sono una benedizione. Ai genitori non mi rivolgo, ci saranno le giuste sedi. Agli insegnanti dico di tenere gli occhi aperti, dietro all’esuberanza di questi due ragazzi c’è la loro essenza, dietro i 10 e lode a volte c’è ben di peggio".

Risalire alla genesi di questo gruppo è complesso per chi, come le due mamme degli esclusi, di questa chat è venuto a conoscenza con due anni di ritardo. Certo è che appare difficile immaginare che un bambino di otto anni possa dar vita a un gruppo simile dal telefono della madre nella più totale noncuranza o inconsapevolezza della madre stessa. Ma non è la ricerca del colpevole che interessa alla mamma di uno dei bimbi esclusi, perché l’amarezza più forte sta tutta nel messaggio che passa, nell’aver deriso segretamente per d ue anni il figlio e il compagno, nell’aver ricevuto scuse campate in aria all’indomani di questo sfogo social.

"Da quando ho pubblicato quel post è stato tutto un susseguirsi di telefonate dalle mamme degli ex compagni – spiega –, ognuna pronta a sminuire il gesto, a parlar di ‘ragazzate’ o cose da niente, a giustificarsi di esser stati tirati dentro al gruppo senza poter dire di no. Io non dico che mio figlio sia un santo, so bene che in una comunità come una classe lui può essere fattore di disturbo, ma questo giustifica l’odio?".

linda meoni