Caso Socrem, tutti assolti i dirigenti del Comune

Il giudice ha accolto la richiesta del pubblico ministero: "Il fatto non sussiste". Non ci fu abuso d’ufficio nel consentire la proroga del servizio alla società.

Caso Socrem, tutti assolti  i dirigenti del Comune

Caso Socrem, tutti assolti i dirigenti del Comune

Tutti assolti dall’accusa di abuso d’ufficio "perché il fatto non costituisce reato". Si è concluso con questa sentenza, ieri mattina, il processo che vedeva imputati alcuni dirigenti del Comune di Pistoia, che avrebbero consentito la proroga del servizio di cremazione svolto dalla Socrem, dal 2013 al 2018, di fatto andando oltre il periodo stabilito. Per questo, erano finiti a processo: Maria Teresa Carosella, difesa dall’avvocato Katia Bonari del foro di Pistoia, Nicola Stefanelli, difeso dall’avvocato Francesco Ceccherini del foro di Firenze e Arnoldo Billwiller, difeso dagli avvocati Silvia Ginanni e Francesca Fagnoni del foro di Pistoia. La posizione di un quarto dirigente del Comune, Francesco Braganolo, era stata stralciata perché prescritta.

La sentenza è stata letta ieri mattina dal presidente del collegio, Stefano Billet, che ha accolto la richiesta di assoluzione del pubblico ministero Leonardo De Gaudio (che aveva chiesto l’assoluzione con formula piena per Billwiller, e per gli altri due imputati con formula dubitatoria). Decisiva nel processo, come ha spiegato l’avvocato Katia Bonari, sarebbe stata la testimonianza di una dirigente dell’amministrazione comunale, che ha ricostruito tutte le fasi dell’assegnazione dei lavori. In sostanza, i giudici hanno accertato che non ci fu dolo da parte dei dirigenti comunali, nell’assegnare il servizio di cremazione alla Socrem "in prorogatio", dal momento che dalla decadenza della concessione nel 2013 e fino al 2018, non era stato possibile procedere con un nuovo bando di gara. Questo per vari fattori, come ci spiega l’avvocato Bonari: "In primis, i tre ricorsi presentati da Socrem al Tar, e tutti vinti. Poi alcune illegittimità urbanistiche e il fatto che alla Socrem era stato concesso un diritto di superficie perpetuo". A questi si aggiunsero altri elementi di ritardo fra cui la tempesta climatica del 2015, le vicende processuali degli appalti pilotati, più il processo sui cimiteri che si è concluso, in appello, recentemente. "In pratica – chiarisce l’avvocato – sia al livello edilizio strutturale, sia al livello amministrativo, e sia per la pendenza dei procedementi penali, non era possibile bandire le gare".

La Socrem vantava un diritto di superficie perpetuo, riconosciuto dal Comune, che negli anni aveva consentito di costruire un altro forno. Perciò, come è stato ricostruito durante il dibattimento, nel 2017 era stata sottoscritta una transazione, pari a 57mila euro versati dal Comune a Socrem, come scomputo anche per i lavori svolti. La vicenda era scaturita dalla segnalazione di un impiegato dei cimiteri.

M.V.