REDAZIONE PISTOIA

Addio Casa del timbro. Chiude dopo mezzo secolo travolta dalla modernità

Per più di 50 anni ha servito Breda, Stato e banche

Il saluto dello staff della Casa del timbro (Quartieri)

Pistoia, 5 dicembre 2015 - Un altro pezzo di storia che se ne va. E’ una frase fatta, ma questo è. La Casa del timbro di via della Costituzione chiude. Il 30 dicembre, vigilia di San Silvestro, alle sette e mezzo di sera, abbasserà le saracinesche per sempre dopo oltre mezzo secolo. Dopo oltre cinquant’anni di timbri per tutti gli uffici pistoiesi, di targhe di tutti i tipi, di fogli, di quaderni, di penne da pochi centesimi e delle marche più prestigiose che saltavano fuori dagli innumerevoli cassetti del retrobottega dove lo staff di Paola Lotti Maran da Valdibrana, che ha più di novant’anni ma ha il sorriso di una ragazzina, ha lavorato per tanti anni con premura, gentilezza, disponibilità.

Hanno difficoltà a sorridere per la foto ricordo, perchè hanno il groppo in gola, ma è il modo migliore per salutare tutti i clienti e le centinaia di persone che li stanno tempestando da giorni di telefonate chiedendo perché. Ogni negozio storico che chiude è il segno che qualcosa è inesorabilmente cambiato, che non torneranno più le condizioni di un tempo e che questo cambiamento non riguarda soltanto chi è stato dietro il bancone, ma anche tutti coloro che stanno dall’altra parte, tutti noi insomma.

Il fondatore della Casa del timbro fu Ugo Maran, il marito di Paola. «L’origine della nostra attività – ci racconta Paola – non tutti la conoscono. Era il 1953, Ugo era geometra e andò in una copisteria per preparare dei documenti, stava presentando delle richieste di lavoro per gli uffici tecnici. In quella copisteria qualcuno si lamentò perchè a Pistoia nessuno sapeva fare i timbri. Lui non fece discorsi, andò a Bologna, al centro Gamberini, il più importante di Italia e chiese di imparare. Gamberini disse che non aveva mai insegnato a nessuno prima di allora. Ugo fu il primo, si procurò tutto il materiale poi si presentò in tutti gli uffici pubblici, a cominciare dalle banche, che poi iniziarono a commissionargli i timbri. Il primo negozio fu accanto al Lux, agli inizi degli anni Sessanta, e qualche anno dopo acquistò il fondo di via della Costituzione.»

Anni d'oro per le timbrature e per le forniture da ufficio, la Breda, che anche lei non esiste più da un mese, era il cliente principale della Casa del timbro, oltre a tutti gli uffici statali pistoiesi, le banche e le scuole. «Abbiamo sempre fornito i prodotti migliori, soprattutto delle aziende italiane e poi tedesche.». La Zenith ha conferito a Paola, che ha festeggiato qualche tempo fa i cinquant’anni di commercio, la medaglia d’oro.

Ma cosa ha portato all’inesorabile declino di un’attività fiorente per così tanti anni? «E’ semplice – spiega Paola Lotti Maran che ha preso le redini del negozio dalla morte del marito, nel 1985 – è cambiato il sistema di vendita allo Stato, che per risparmiare ha accentrato gli acquisti attraverso il Consip (centrale acquisti della pubblica amministrazione italiana, portale in rete). Ora, o ci si iscrive al mercato elettronico, o si resta tagliati fuori. Noi non potevamo competere perchè offriamo prodotti di qualità e non materiale scadente, i nostri prezzi quindi non potevano essere concorrenziali. Se a questo si aggiungono i costi aziendali e il prezzo del lavoro, di assistenza, manutenzione e aggiornamento software, i conti sono presto fatti e ora non possiamo più andare avanti. Oggi inoltre, tutto si compra su internet. Noi siamo un negozio di una volta». Paola si ritirerà nella sua casa di Valdibrana, Walter Poli uno dei dipendenti storici, che ha affiancato i Maran da sempre, è in pensione da tempo, altri due ci andranno fra breve. Restano i più giovani che dovranno essere riassunti da chi, si spera, rileverà l’attività che si estende su un’area di quasi 250 metri quadri.

Tutti, insieme a Paola, salutano con affetto i clienti e li ringraziano per la fiducia e per le parole d’affetto e di solidarietà che arrivano ogni minuto. Un grazie da: Walter Poli, alla Casa del timbro dal 1963, Stefania Nincheri, dal 1 febbraio 1982, Maurizio Bertoldo, dal 1981; Alessandro Bresci dal 1986 e Diego Poli, dal 1994. La storiche vetrine sono addobbate per Natale. Nastri e palline decorano quelle promozioni che, nei negozi di una volta, hanno soltanto il sapore della chiusura. E hanno il sapore di un tempo che non torna anche le storiche targhe artigianali: «Vietato farsi trainare»...«La persona civile non bestemmia»...«Posto riservato agli invalidi di Guerra».

lucia agati