Caos inceneritore. Scontro durissimo: "Crolla la credibilità della maggioranza"

L’opposizione all’attacco "Si sta svendendo Montale per due centesimi". Il vicesindaco Logli: "Uscire dall’aula è soltanto ricerca di visibilità". Galardini: "Così si svilisce il consiglio comunale. Una pagina buia" .

Sulla mozione del centrosinistra sulla proroga dell’attività dell’inceneritore è scontro durissimo tra i gruppi di minoranza e la maggioranza consiliare che ha approvato da sola la mozione perché i consiglieri di Insieme per Montale e del Centrodestra sono usciti dall’aula prima della fine della discussione e del voto. Per l’opposizione la mozione fa crollare la "credibilità" della stessa maggioranza che negli anni precedenti si era espressa per la chiusura dell’impianto. Per il centrosinistra invece è un atto di responsabilità che risponde alle necessità del momento.

"Si sta svendendo Montale – afferma il capogruppo del centrodestra e candidato a sindaco Lorenzo Bandinelli – per due centesimi, stanno barattando salute e faccia e serietà politica di questa amministrazione nella sua interezza per non si sa cosa, proprio per niente". "Il centrosinistra – ha aggiunto Barbara Innocenti – ha contraddetto la sua stessa mozione sulla chiusura dell’impianto, l’unica mozione che dà un mandato al sindaco era quella, questa di ora per me non ha valore. Si fa intendere che si possano approvare degli atti e poi fare il contrario, ora lo fa il centrosinistra, ma in futuro potrebbe farlo qualcun altro". Dopo l’uscita dall’aula dei quattro consiglieri del centrodestra e della consigliera di Insieme per Montale è continuata la discussione con interventi di esponenti della giunta e della maggioranza compiuti di fronte ai banchi vuoti dell’opposizione.

"Il consiglio è un luogo alto – ha sostenuto il vicesindaco Emanuele Logli – e uscire dall’aula non ha un valore di partecipazione, ma è solo una ricerca di visibilità, invece il gruppo di maggioranza con questa mozione ha mostrato una forma di coraggio e la consapevolezza dell’esito di un percorso iniziato da anni e che ha visto protagonisti i tre comuni proprietari dell’impianto, perché non è solo Montale ad avere la proprietà, ma tre comuni oltretutto di colore politico diverso. Oggi con una soluzione ponte diamo garanzie ulteriori per l’azienda e apriamo ad altre soluzioni di natura diversa non manifestate fino ad oggi".

"L’uscita dall’aula non è stata una posizione politica – ha detto la capogruppo del centrosinistra Agnese Pippolini –, ma le opposizioni hanno voluto gestire in autonomia uno spettacolo che dà inizio alla campagna elettorale. Così facendo se ne sono lavate le mani, mentre noi ci siamo assunti la responsabilità del percorso che abbiamo fatto e diamo al sindaco un indirizzo chiaro. Invece le opposizioni non si preoccupano nemmeno delle ricadute economiche di una non proroga". Alessandro Galardini ha accusato l’opposizione di "svilire il consiglio comunale" uscendo dall’aula e di dar vita a "una pagina buia". "La politica – ha aggiunto – si confronta col contingente e quindi si può cambiare idea quando cambia la realtà come è mutata con la crisi energetica. E’ un cambiamento di rotta è vero – ha concluso –, ma perché non farlo se con il nostro impianto si produce meno Co2 e si salvano i rifiuti dal controllo delle mafie?". "Idea si cambia in politica – ha ribadito il sindaco Betti – se la situazione porta a cambiarla, se c’è la necessità di farlo".

Giacomo Bini