MICHELA MONTI
Cronaca

In venti per vendicare un compagno, preside sventa spedizione punitiva

Pistoia, arrivano i carabinieri e mettono l’Istituto sotto protezione

il preside Giovanni Marrucchi (Luca Castellani/Fotocastellani)

Pistoia, 9 ottobre 2014 - SI SONO presentati in venti, tutti giovanissimi e pronti per la loro personale missione punitiva contro un coetaneo che a quell’ora era in classe, all’istituto Einaudi di Pistoia, un professionale per i servizi commerciali, turistici e sociali. I teppisti in erba forse sarebbero riusciti nel loro intento, punire appunto il ragazzino che aveva avuto un diverbio con un loro amico, se non fosse stato per il preside dell’istituto, Giovanni Marruchi, che non ha reagito quando uno dei ragazzi ha scavalcato la recinzione della scuola per affrontarlo. Il dirigente era sceso in cortile per vedere che cosa stava succedendo, avvertito da una bidella molto spaventata da quell’assembramento. Provvidenziale poco dopo è stato l’arrivo dei carabinieri che fortunatamente hanno fatto dileguare i bulletti in un batter d’occhio.

Un episodio gravissimo che poteva finire molto male, quello andato in scena martedì scorso di fronte alla scuola pistoiese. Il gruppetto di «vendicatori», tutti di nazionalità albanese, si sono presentati all’orario di uscita delle classi, dopo un banale screzio avvenuto la stessa mattina tra due studenti che frequentano l’istituto. Uno dei due litiganti, anche lui albanese, ha infatti pensato bene di allertare, mentre era a scuola, il gruppo di amici , che hanno circondato l’edificio scolastico per «vendicare» il torto subito. La bidella, che per prima si è accorta dello schieramento di bulletti, ha sbarrato le porte di uscita bloccando sulle scale gli studenti che stavano dirigendosi all’uscita e poi ha avvertito il preside. Giovanni Marruchi ha immediatamente chiamato i carabinieri e poi è sceso con l’intenzione di convincere la banda ad andarsene. Ma i ragazzi non hanno raccolto l’invito del dirigente, anzi, uno di loro, ha scavalcato la cancellata, ha affrontato il preside e gli ha anche sputato, strattonandolo prima di scappare per evitare l’incontro con le forze dell’ordine.

«PER UN ATTIMO ho pensato che potesse avere un coltello in tasca e che sarebbe finita male — racconta ancora visibilmente scosso Giovanni Marruchi — Mi ha urlato contro parole di inaudita violenza e mi ha minacciato di morte. Avrei potuto reagire quando mi ha messo le mani addosso — riflette — ma in quel momento avevo gli occhi di tutti gli studenti della scuola puntati su di me e sapevo di dover dare loro l’esempio. La violenza non è mai la soluzione».

A scatenare tutto questo pandemonio uno screzio finito male. A quanto risulta — sono in corso accertamenti da parte dei carabinieri che hanno raccolto varie testimonianze — lo studente preso di mira dal gruppo di bulli aveva aggredito il compagno albanese prima di entrare a scuola: una lite tra studenti come tante altre. Intanto a scuola, tra studenti e insegnanti, resta comunque la paura. La famiglia del ragazzo scampato alla folle volontà dei bulli di fargliela pagare, ha deciso di tenere il figlio a casa per qualche giorno. «Ho informato dell’accaduto tutti i genitori — spiega ancora Marruchi — La situazione ora è relativamente tranquilla. E’ la prima volta che si arriva a tanto. Spero che ai miei ragazzi quanto successo sia servito per capire che alzare le mani non paga». Il preside ha formalizzato una denuncia contro ignoti. Tra gli studenti compagni di classe del giovane oggetto della vendetta, invece, c’è il timore di eventuali future ritorsioni ai loro danni. Anche loro, infatti, ne avevano preso le difese quando sono arrivati i bulli. La scuola per questo, ieri mattina è stata presidiata da vigili urbani e dai carabinieri. Sull’accaduto indagano gli uomini della Digos.