
Sulla cupola della Basilica (Luca Castellani/FotoCastellani)
Pistoia, 28 novembre 2019 - Fuori dalla città, nei punti panoramici che meglio ne suggeriscono il profilo, quell’eccezionale complesso architettonico degno di una delle più belle cartoline appare agli occhi del visitatore come un tutt’uno: il campanile da un lato, la lanterna del battistero dall’altro e infine lei, la maestosa, bellissima cupola. Se però il visitatore volesse poi addentrarsi nel centro storico, recandosi in piazza Duomo verrebbe immediatamente smentito: dov’è quella straordinaria cupola che si scorge da lontano e che qui sembra debba trovarsi? Per trovarsela sopra la testa occorre spostarsi un po’ più in là e andar dritti verso la Basilica della Madonna dell’Umiltà, gioiello architettonico di indiscusso pregio.
Nascosta suo malgrado tra gli edifici confinanti, la Basilica è uno degli edifici pistoiesi dalla storia profondamente travagliata. Più di novant’anni, tanto ci volle perché questa Basilica fosse consegnata, ultimata, nelle mani dei pistoiesi. A volerne rallentare la costruzione contribuì una fitta serie di eventi: dalle carestie alla peste, passando per gli assedi, i tumulti popolari, le eccezionali piogge, la mancanza di fondi. Ultimo, e non per importanza, un passaggio di testimone che in questi anni ha visto alternarsi alla direzione dei lavori tre illustri personaggi: Giuliano da Sangallo, Ventura Vitoni e Giorgio Vasari. Sono loro le autorevoli firme che hanno disegnato su carta la Basilica. Ma partiamo dall’inizio.
Il primo impulso alla costruzione dell’opera risale al 1490, quando un evento miracoloso legato alla figura della Vergine – una misteriosa sudorazione – convinse i pistoiesi che sarebbe stato opportuno costruire un nuovo tempio di culto per celebrarne la gloria. La prima pietra fu posata nel febbraio 1491 e nei trentatrè anni che seguirono il lavoro proseguì instancabile ma non senza ostacoli: “la città fu assalita da una crudelissima carestia perché valevano le robbe prezzo smisurato e mai udito”, fa sapere Alfredo Pacini a proposito delle vicende del 1497. Seguirono assedi, pestilenze, epidemie e poi la morte di Sangallo, con il passaggio delle carte a Vitoni “che seguì i lavori con slancio e determinazione senza nulla modificare di ciò che era già stato impostato dal suo predecessore – scrive Giuseppe Gherardi nel libro “Le vele del cielo” -. Per il completamento furono effettuati sopralluoghi alle cave di pietra serena di Quarrata, Valdibure, quelle del marmo rosso di Monsummano, alle fornaci cittadine, ai magazzini del legname sui monti circostanti, i controlli alle botteghe degli scarpellini a Settignano alle quali verrà commissionata la quasi totalità dei manufatti in pietra”.
Nel 1522 viene a mancare Vitoni, i fondi scarseggiano e il cantiere si ferma ancora. Fu il granduca Cosimo I giunto a Pistoia a dare nuovo slancio alla ripresa dei lavori più di trent’anni dopo, nel 1555, affidandoli al Vasari: fino ad allora la basilica era rimasta di fatto priva di copertura. Per undici anni, a partire dal 1563, gli operai tornano al lavoro riuscendo infine a dare alla cupola l’aspetto che oggi ha e arrivando alla definitiva consacrazione del tempio nel 1582. “L’architetto aretino ispirandosi chiaramente al Brunelleschi completò i disegni e le istruzioni pratiche per la costruzione, impostò il lavoro e ne affidò la direzione a un collaboratore allontanandosi dal cantiere – prosegue Gherardi - . La cupola eseguita con struttura a doppia calotta è costituita da una lanterna, da otto costoloni di sostegno e da altrettante vele di copertura costruite essenzialmente in muratura di mattoni”.

Ed è alla cupola dell’Umiltà che è dedicato un convegno atteso per domani, venerdì 29 novembre, alle 15 nella sala Maggiore del Palazzo comunale, organizzato dagli Ordini degli ingegneri e degli architetti della provincia di Pistoia, in collaborazione con il Comune. Intitolato Firmitas, utilitas, venustas: le cupole della Basilica dell’Umiltà di Pistoia e della Basilica di S. M. del Fiore di Firenze, il seminario nasce dall’interesse culturale di mettere a confronto e analizzare le due cupole, che fanno parte dell’importante patrimonio artistico a livello nazionale e internazionale. Apriranno i lavori gli interventi del presidente dell’Ordine degli architetti Paolo Caggiano e del presidente dell’Ordine degli ingegneri Mirko Bianconi.
Seguiranno i saluti del sindaco Alessandro Tomasi, del vescovo Fausto Tardelli, del presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia Luca Iozzelli e del prefetto Emilia Zarrilli. Il convegno proseguirà con un Confronto tra le cupole di Firenze e la cupola della Madonna dell’Umiltà di Pistoia, a cura dell’architetto Roberto Corazzi, e ancora con l’intervento dell’architetto Valerio Tesi intitolato La basilica della Madonna dell’Umiltà: le vicende costruttive, i dissesti, i restauri; infine sarà l’ingegnere Gianni Bartoli a intervenire, con un contributo dal titolo La Basilica della Madonna dell’Umiltà a Pistoia: analisi del comportamento strutturale. Seguirà un dibattito sugli argomenti trattati durante i vari interventi.La partecipazione al seminario darà diritto a crediti formativi professionali per gli ingegneri e per gli architetti.