REDAZIONE PISTOIA

"Assistenza domiciliare a rischio collasso"

L’allarme di Anmil: "Con l’emergenza e senza aiuto delle istituzioni non si sa più a chi affidare anziani e disabili"

"Con l’emergenza che ci troviamo ad affrontare oggi, e senza l’aiuto delle istituzioni, i genitori o i figli che hanno in casa una persona non autosufficiente saranno costretti a lasciare il lavoro per assistere i loro cari". Prospettiva drammatica, quella posta dall’Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro di Pistoia. Il tema delle persone a carico è, ormai da anni, uno dei nodi non sciolti del sistema di welfare italiano e la pandemia l’ha riproposto nel modo più forte. Anche nella nostra provincia, come nel resto del Paese, sempre più famiglie non riescono più a conciliare assistenza e lavoro. "Per chi ha un figlio disabile esiste la legge del ‘Dopo di noi’ ma al momento – si spiega ancora dall’Anmic – è difficile da applicare. Forse, prima del ’Dopo di noi’ bisognerebbe fare la legge del ’Durante noi’".

Anche il contributo regionale ’Vita indipendente’ non è sufficiente a sostenere le spese per l’assistenza domestica. Così, oggi più che mai ci sono famiglie che devono gestire il genitore, il coniuge, il figlio che una malattia o un incidente hanno reso edisabili, costringendoli a vivere con la sola pensione di invalidità e l’accompagnamento. I costi sono alti. Il ricovero in Rsa si aggira sui 3mila e 200 euro mensili. In alternativa c’è il ricorso alla badante, ma molte abitazioni non sono adeguate a ospitare una persona in più. E, in ogni caso, ci sono sempre da pagare almeno mille e 400 euro al mese: una cifra che non tutti si possono permettere. Si ripropone lo stesso dilemma: smettere di lavorare per accudire il proprio caro e quindi risparmiare sul ricorso a bandanti o ricoveri o continuare a lavorare, andando ‘in rimessa’? E cosa succederà se la pandemia dovesse protrarsi per altri mesi o riproporsi, ciclicamente, nei prossimi anni?"