REDAZIONE PISTOIA

"Ancora due giorni per riparare la frattura"

"L’alluvione qui non è finita, è un autentico inferno". Sono le parole del sindaco di Montale Ferdinando Betti dopo aver visitato la zona industriale di via Guido Rossa e via Croce Rossa, investita da un mare di acqua e fango dopo la rottura dell’argine del torrente Agna. Il sindaco di Montale Ferdinando Betti ha rilasciato delle dichiarazioni all’agenzia Ansa in cui sottolinea la drammaticità della situazione e l’estremo bisogno di aiuto da parte delle aziende del posto. Il primo punto affrontato dal sindaco Betti è la situazione dell’argine che è ancora aperto e lascia passare tutta l’acqua del torrente nella zona dove si trovano le aziende. "L’argine del torrente Agna non è ancora riparato – constata il sindaco Betti - il lavoro è più lungo di quanto ci si aspettava" . In effetti il lavoro, iniziato venerdì mattina, non ha prodotto finora l’effetto che tutti gli imprenditori e la popolazione di Stazione si aspettava, cioè la chiusura rapida della falla per impedire all’acqua e al fango di invadere imprese e abitazioni.

"L’aspetto più drammatico – afferma il sindaco Betti - è che nella zona industriale arriva ancora acqua dall’argine dell’Agna crollato e ci sono detriti e fango ovunque". La chiusura dell’argine non avverrà neanche nella giornata di oggi. "Abbiamo difficoltà enormi - ha detto il sindaco - parlando con i responsabili del Genio civile, che sono sul posto, ho saputo che ci vorranno ancora un paio di giorni per riparare l’argine". Anche per quanto riguarda le zone abitate il sindaco ha fatto notare come ci siano ancora delle case invase dall’acqua. "Abbiamo bisogno - ha aggiunto - non solo di discorsi e di solidarietà, ma di tante risorse, perché le aziende vanno aiutate, tante faranno fatica a ripartire, perciò hanno bisogno di essere aiutate in tutti i modi". Non ci sono, invece, al momento famiglie evacuate. "Molte - conclude il sindaco - anche dopo l’ordinanza di evacuazione preventiva hanno scelto di rimanere nelle loro abitazioni, altre srientrando perché in quella zona l’acqua non c’è più".

Giacomo Bini