REDAZIONE PISTOIA

All’asta il capannone della Smi

Verso la conclusione la vicenda del Consorzio impresa e innovazione per rilanciare la Montagna

Siamo vicini alla conclusione della storia del Consorzio impresa e innovazione, incaricato di recuperare e reindustrializzare la zona dove la Smi (Società metallurgica italiana) di Campotizzoro, ha prodotto munizioni, poi manufatti in rame e ottone, per quasi un secolo, dando così lavoro a buona parte della Montagna Pistoiese. Dopo alterne vicende la Smi cessò l’attività nel 2006. Nell’area Sedi (sezione difesa) si lavoravano le munizioni. Dopo la dismissione gli impianti sono stati ristrutturati dal Cii e messi in vendita per il rilancio dell’economia locale. Dopo un primo parziale successo la vendita dei capannoni si è arenata e invece di ospitare solo aziende produttive, ha accolto anche diverse attività del terziario. Questo ha generato, nei possibili interessati, qualche perplessità. Contestualmente si è verificata una importante crisi del mondo dell’edilizia che ha creato ulteriori problemi. Dopo la dichiarazione del fallimento i fabbricati rimanenti sono stati messi all’asta.

Grazie al lavoro certosino di Massimo Fanucci, nominato dal tribunale di Pistoia curatore fallimentare nel lontano 2013, sembra che con l’asta in corso in questi giorni la tormentata questione possa andare verso la conclusione. La liquidazione degli immobili ancora invenduti: capannone D, forte di 3900 metri su tre piani, B1 di circa 300 metri quadri, con destinazione terziario-direzionale e un piccolo rudere in completo disfacimento (dal quale si potrebbe ricavare anche una gradevole unità abitativa), sono stati messi in vendita per 191mila 360 euro. Nel frattempo le opere a sostegno, a esempio i parcheggi, sono state completate grazie all’escussione di una clausola fidejussoria a favore di Unipol. L’offerta minima è stata fissata a 143mila 520 euro, il tutto però ribassabile del 75%. Una cifra abbordabile per un imprenditore che sia in possesso di un progetto.

Fonti attendibili si dicono certe che l’interesse c’è, e che potrebbe presto nascere un gruppo di soggetti interessati: uno tra questi procederebbe all’acquisto rivendendo poi agli altri le parti a cui sono interessati. In pratica l’intero pacchetto di quasi 4500 metri di superficie coperta potrebbe venire a costare meno di 50mila euro. Restano da fare i lavori di messa a norma e di adattamento alle esigenze degli acquirenti, visto il lungo periodo in cui i fondi sono rimasti abbandonati.

La fase (speriamo) post covid sembra abbia risvegliato diversi imprenditori. L’asta è in calendario il 18 di ottobre in forma telematica.

Andrea Nannini