Al potere da oltre trent’anni

Il Tagikistan è una Repubblica presidenziale con Emomali Rahmon al potere dal 1994. Riforme costituzionali gli consentono di restare in carica a vita, creando una dittatura autoritaria. Limitazioni alla libertà e fragilità economica preoccupano la comunità internazionale.

Dopo lo sgretolamento dell’ex Unione Sovietica, nel 1991 il Tagikistan - che fa parte dell’Asia centrale - è diventato una Repubblica presidenziale indipendente, mentre la promulgazione della Costituzione risale al 1994. Fin da allora il capo politico del partito che controlla il potere nel Paese è proprio l’attuale presidente Emomali Rahmon, leader del Partito popolare democratico del Tagikistan, che detiene il potere esecutivo. Dopo aver concluso i primi due mandati stabiliti per legge (sette anni ciascuno), nel 2003 arrivarono le prime riforme costituzionali che aprirono la strada ad altri mandati dello stesso Rahmon e nel 2016, con un referendum, il 94.6% del popolo ha votato per far sì che il presidente possa rimanere in carica a vita. Di fatto ci si trova di fronte ad una dittatura autoritaria con lo stesso Capo di Stato che, ogni anno, nomina il Primo ministro. Nell’ultima chiamata alle urne, nell’ottobre 2020, è stato riconfermato con oltre il 90% dei voti. La politica interna viene attenzionata dagli organi internazionali per alcune limitazioni alla libertà, anche di stampa e persino di culto che spesso vengono registrate, oltre che per l’incarcerazione di critici del governo e dissidenti politici; l’economia del paese è piuttosto fragile.