Affari neri al tavolo verde. Scommesse clandestine. Scacco al patto criminale fra cinesi e italiani

Tutto è nato da un’indagine per estorsione a ristoratori della Valdinievole. Dodici arresti e sequestri per milioni di euro. I retroscena dell’operazione.

Affari neri al tavolo verde. Scommesse clandestine. Scacco al patto criminale fra cinesi e italiani

Affari neri al tavolo verde. Scommesse clandestine. Scacco al patto criminale fra cinesi e italiani

Da un’indagine per estorsione dove i titolari di due ristoranti di Montecatini e di Pieve a Nievole, subivano pressioni e minacce da chi voleva che rinunciassero ai loro locali, la Polizia di Stato e la Guardia di Finanza hanno scoperchiato il pentolone delle scommesse clandestine, online e nelle bische allestite da cinesi compiacenti a Prato, nelle zone di via Castagnoli, via Longobarda e viale Galilei. L’indagine ha portato, ieri mattina alla esecuzione di dodici misure cautelari su ordinanza del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Pistoia che ha accolto così la richiesta della Procura di Pistoia. In carcere sono finiti Giacomo Terracciano e Francesco Terracciano, di Monsummano; Ye Shengbin, di Prato, Massimo Casabona di Montecatini, Fabrizio Amicucci di Prato, Mirko Mariani di Roma, Hu Yunye di Prato, Pierluigi Spera di Montecatini e Pietro Pettinari di Montemurlo. Arresti domiciliari per Jonah Ghiselli di Viareggio, Federico Cipollini di Carrara e Leandro Borgi di Prato.

A eseguire i provvedimenti la Squadra Mobile della questura di Pistoia e il Nucleo di polizia cconomico finanziaria della Guardia di Finanza di Pistoia. Sono stati eseguiti sequestri per un valore complessivo di circa due milioni di euro. Gli indagati – così hanno spiegato gli inquirenti – sono ritenuti responsabili di aver organizzato e gestito, nelle province di Pistoia e Prato, attività illecite, tra loro interconnesse: estorsioni, gestione di bische clandestine, emissione di fatture per operazioni inesistenti, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e spaccio di droga. L’indagine era nata agli inizi del 2022 innescata dalla denuncia dei due imprenditori che gestivano i due ristoranti. Esasperati e preoccupati per le continue minacce e pretese di denaro, avevano chiesto aiuto al Commissariato di Montecatini. Alla polizia avevano denunciato di essere vittime di estorsione da parte di un cittadino cinese, spalleggiato da due pregiudicati italiani: voleva costringerli a cedergli le loro attività anche con minacce di morte. La Procura, dopo una prima fase delegata alla Mobile, si è avvalsa del contributo investigativo del Nucleo specialistico della Finanza. La Mobile, nel frattempo si era concentrata sugli altri filoni: l’estorsione e la gestione di sale per scommesse illegali che li ha portati verso la provincia di Prato e lo spaccio, nel pistoiese.

Le intercettazioni sono state fondamentali, come ha sottolineato il procuratore della Repubblica di Pistoia, Tommaso Coletta, che ha presieduto la conferenza stampa di ieri pomeriggio: "Se non ci fossero state le intercettazioni non avremmo scoperto le scommesse clandestine. Costano, le intercettazioni, ma noi abbiamo recuperato quasi due milioni di euro a fronte di una spesa di 70mila euro, il sette per cento di quello che siamo riusciti a dare allo Stato".

Lo scenario scoperchiato da questa indagine è quello delle scommesse illegali e clandestine: si svolgevano sia online, su appositi siti clonati, sia nelle sale da slot di Prato. Le misure sono state eseguite con il concorso operativo delle Mobili di Prato, Roma, Latina, Lucca e Massa Carrara. Sono stati impiegati novanta poliziotti con il concorso operativo dei Reparti prevenzione crimine, unità cinofila di Firenze, Nucleo centrale della Polizia dei giochi e delle scommesse del Servizio centrale operativo della Direzione centrale anticrimine, nonché degli specialisti della scientifica di Roma, esperti nell’uso di apparati ad alta tecnologia come il georadar.

Lucia Agati