Abetone senza neve: "Stato d’emergenza o la montagna chiude"

L’appello al Governo nel consiglio straordinario: "Servono ristori, cassa integrazione e progetti per salvare l’economia"

Abetone, 8 gennaio 2023 - È stato Diego Petrucci, in qualità di presidente del Consiglio comunale, a dare inizio ai lavori alla sessione straordinaria convocata all’Abetone ieri sera. Dopo il saluto del sindaco Marcello Danti ("Avrei voluto incontrarvi sulla neve, ma non c’è e la situazione è drammatica..."), il presidente del Consiglio comunale Petrucci ha iniziato a leggere una lettera dei maestri di sci che lamentano una situazione tragica nella quale rischiano di sparire. Toni drammatici davanti alla sala gremita di persone dal volto preoccupato: c'è tutto il paese e di più.

"Nei prossimi giorni le attività potrebbero chiudere e riaprire a luglio o mai più – ha spiegato Petrucci –. Se non si può chiedere la calamità naturale, almeno lo stato di emergenza sì, questo permetterebbe di operare in deroga. E intanto anche il Comune potrebbe fare qualcosa. Il documento che ne tratta è stato firmato da maggioranza e minoranza: si parla di azzerare i tributi, sospendere per un anno i tributi nazionali, i mutui, sospendere tutte le cartelle di pagamento, finanziare ristori per le perdite, agire con l’intervento di cassa integrazioni per quattro giorni a settimana, sospendere i canoni demaniali regionali e nazionali. Chiedo a lei, senatore La Pietra, di dare l’aiuto necessario perché chi vive e lavora in Montagna possa restarci".

L’assessore Andrea Formento – ringraziando il governatore Eugenio Giani e il senatore Patrizio La Pietra, oltre a Bartolini, Alessandro Capecchi e Federica Fratoni per la presenza (tutti poi sono intervenuti auspicando un lavoro di squadra) – ha chiesto "subito l’apertura di un fondo ristori, anche se non legati alla neve ma al turismo. C’è bisogno di risposte emergenziali e la Regione non è abbastanza forte, deve intervenire il Governo per ripartire con un’offerta adeguata, far rinascere gli alberghi, investire in formazione sui giovani". "Abbiamo deciso di votare a favore di tutti quei progetti che servono a salvare il comparto – gli ha fatto eco dall’opposizione Davide Costa –. Finora abbiamo pensato che ci fossero cose più urgenti dei cambiamenti climatici, ora non possiamo più permettercelo. Dobbiamo fare una riflessione sul futuro. Siamo tutti d’accordo nel dire che la neve è pane ma con strutture alberghiere al passo dei tempi. Servono soldi e visioni, prendendo l’esempio dell’Emilia".

Andrea Tonarelli ha sottolineato come a breve ci sarà da affrontare "anche il problema della riduzione del sottobosco quanto dell’acqua. Siamo partiti per affrontare una stagione turistica e ci siamo trovati davanti a un disastro. C’è bisogno della dichiarazione di emergenza, della cassa integrazione perché altrimenti la montagna chiude". "La Provincia non ha risorse, ma non si tira indietro, mercoledì spero che l’incontro interregionale e il tavolo tecnico a Roma diano buoni esiti", ha commentato Luca Marmo. La chiusura del consiglio-fiume è spettata ai "big" della politica che hanno passato il tempo a prendere appunti. "Il problema riguarda tutto l’Appenino – ha esordito il governatore Giani –. Abbiamo chiesto al ministro Santanché di lavorare insieme alle altre regioni. Mercoledì presenteremo un piano di intervento interregionale, simile a quello per la siccità. La dichiarazione dello stato d’emergenza sarebbe funzionale ad attirare ristori per tutta l’economia. Il punto è coinvolgere più ministeri». Incisivo anche l’intervento del sottosegretario di Stato La Pietra. "Sì allo stato d’emergenza, noi come Governo abbiamo la responsabilità di risolvere i problemi dell’intero sistema Appennino – ha detto il senatore –: dobbiamo verificare le risorse facendo fronte comune con gli altri. Santanché ha convocato un tavolo per operare immediatamente e si è già mosso anche il ministro Giorgetti per capire quale risorse mettere in campo. Insomma l’attenzione è alta per tematica e territorio. Credo serva una visione perché non è la prima volta che ci troviamo ad affrontare i cambiamenti climatici». L’ultima battuta a Danti, all’insegna dell’ottimismo: «Il nostro territorio sta ritrovrando unità. Esco da questo incontro con più speranza per il futuro. Bene il turismo invernale ed estivo, ma si può fare di più".