
Abetone, impianto di risalita (foto di repertorio)
Abetone (Pistoia), 28 dicembre 2020 - È stato rinviato a data da destinarsi, causa maltempo, il presidio di protesta , che avrebbe dovuto svolgersi domani (29 dicembre) all'Abetone, annunciato ieri da Ristoratori Toscana, Ristorazione Italia, Tni Italia - Tutela nazionale imprese, insieme a Federfuni Italia, Anef e Collegio maestri di sci della Toscana, per chiedere la riapertura degli impianti e indennizzi per il settore. Ne dà notizia Andrea Formento, presidente nazionale di Federfuni Italia, spiegando che l'abbondante nevicata della notte scorsa sta impegnando tutti e specialmente l'amministrazione comunale a lavorare per garantire le strade libere. L'altezza neve, infatti, ha raggiunto in paese il metro e 50 centimetri. “Questo – prosegue Formento – non ferma la nostra volontà di continuare a lottare affinché ci sia data la possibilità di lavorare fin dal 7 gennaio, data che era stata fissata come di possibile apertura. Il Comitato tecnico scientifico ha dato delle linee guida che sono accettabili e compatibili con le nostre realtà, soprattutto quelle appenniniche, pertanto noi continueremo a confrontarci con gli organi politici, affinché sia confermata la data di apertura del 7 gennaio per i comprensori sciistici, così come ci confronteremo per quanto riguarda i ristori, che dovranno essere assicurati alle nostre stazioni e a tutta la filiera economica del turismo bianco, perché quello che abbiamo perso non ce lo potrà rendere nessuno”.
“Nel 2020 la stagione si è fermata a metà con la chiusura di tutte le stazioni i primi di marzo e non ha più ripreso. La mancata riapertura nel 2021 comporta un rischio che il territorio della Montagna Pistoiese non può permettersi di correre – afferma Rolando Galli, presidente del Consorzio Turistico Apm e membro di giunta di Confcommercio Pistoia e Prato. Certo, saranno necessarie nuove modalità di fruizione delle attività con conseguenti cospicue limitazioni ma resta comunque l’unica possibilità di sopravvivenza per tante imprese locali che stanno affrontando alcuni dei periodi più bui. Per questo sono necessarie coperture economiche proporzionate alle perdite subite che, per prima cosa, escano dalla logica dei Codici Ateco. Sulla montagna in generale e, in particolare in Toscana, la riduzione dell’attività sciistica riguarda tutti i settori, nessuno escluso perché da questa è determinato l’asset economico di intere località. Servono quindi sostegni calcolati sulla media degli ultimi 3 anni, che siano pari al 70-80% del fatturato perso dall’inizio dell’emergenza Covid. Senza questi e senza un rapido avvio della stagione – conclude Galli -, la Montagna rischia di diventare un deserto bianco”.
Patrizio Ceccarelli