"A ottobre ci sarà un’altra stangata E alcuni panifici hanno già chiuso"

La presidente del settore di Cna: "Il gas è triplicato, la farina è arrivata a costare il 70% in più. E non è finita"

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Avanti così e a ottobre il pane potrebbe valere quanto l’oro. Perché nella prospettiva dell’ennesimo aumento, con forniture del gas pronte alla nuova stangata d’autunno, l’unica alternativa possibile sarà far pagare quest’aumento al pubblico. Qui Sant’Agostino, panificio Fratelli Fanti, azienda a conduzione familiare sul mercato da più di sessant’anni. Una situazione come quella di oggi da queste parti – come un po’ dappertutto del resto – non s’era mai vista. Dimenticata la magia e lo stordimento da profumo di pane appena sfornato, a guardare i conti assale lo sconforto. Basta un paragone per capire quanto costa andare avanti, quanto sarebbe più facile arrendersi, quello con la media mensile di tutto il 2021, di poco meno inferiore ai duemila euro. E c’è da star contenti, se continua così: "Per ora è ‘soltanto’ triplicata o quasi la bolletta del gas – commenta Alessia Fanti, che è anche presidente Cna della sezione pistoiese dei panificatori e pasticcieri – ma con le prospettive annunciate ad ottobre, in assenza di un intervento dello Stato o chi per lui, si parla di conti gonfiati di cinque volte rispetto al normale". L’inizio del 2022 ha fatto capire da subito quale sarebbe stata la tendenza, tant’è che al panificio si è tentata la strada del cambio gestore. Senza però alcun beneficio tangibile.

"Pensavamo che avrebbe portato a delle migliorie, invece tutto come prima – prosegue Alessia –. A luglio siamo stati contattati dal fornitore il quale ci ha subito messo in guardia sui nuovi aumenti previsti in autunno, quasi a volerci chiedere: siete sicuri d’esser pronti a sostenere quest’ennesimo balzo?". Inevitabile in quest’ultimo anno ritoccare al rialzo i listini, qui come altrove: "Lo abbiamo già fatto tre volte in un anno, cosa che solitamente non si fa prima di tre anni. E con profonda amarezza lo faremo ancora in ottobre se ci sarà un’altra stangata".

La voce relativa al gas è certamente la più impegnativa, ma nella filiera del pane tutto è gradualmente aumentato. Prima la farina, con punte di +70%, adesso l’acqua, l’olio, tutto ciò che concerne il packaging tra sacchetti e carta filmata, mentre "la luce è ferma, ma solo perché a suo tempo avevamo stipulato un contratto a prezzo fisso. Vediamo che succederà allo scadere del biennio".

"Stiamo cercando un fornitore che proponga un contratto degno e dignitoso ma è introvabile. È vero che siamo produttori di beni di prima necessità e che quindi non si verificherebbe mai una interruzione del servizio nel caso in cui non trovassimo un gestore adeguato, ma c’è poco di che sentirsi sollevati a trovarsi in un limbo simile. Comunque i consumi andrebbero pagati lo stesso senza sapere prima a chi e a che prezzo".

Con ottobre alle porte, dunque, e in caso di conferma degli ulteriori aumenti di fornitura, i Fanti saranno costretti ad aumentare il prezzo del prodotto finito agendo prima sulla grande distribuzione, poi sui piccoli e poi sulla vendita al pubblico. Un chilo di pane al dettaglio potrà dunque arrivare a costare fino a 2 euro e 90 centesimi.

"Negli ultimi mesi diversi panifici in provincia hanno chiuso, alcuni approfittando dell’approssimarsi dell’età pensionabile altri per evidente impossibilità a far fronte alla situazione – conclude Alessia –. Il settore ha bisogno di aiuti immediati, siamo già in ritardo di un anno. Agosto è stata una catastrofe tra contributi, Inps e tasse. E ancora non è finita. È impossibile gestire anche questa crisi".

linda meoni