ANDREA MARTINO
Sport

Pippo Inzaghi guida il Pisa verso la vetta: un sogno che diventa realtà

Pippo Inzaghi ha trasformato il Pisa in un blocco monolitico, guidando la tifoseria verso un sogno condiviso.

Filippo Inzaghi, 51 anni, ha cambiato il volto alla squadra partendo dalla stessa base di giocatori dell’anno scorso (foto Liverani)

Filippo Inzaghi, 51 anni, ha cambiato il volto alla squadra partendo dalla stessa base di giocatori dell’anno scorso (foto Liverani)

Un intero popolo in cammino dietro al suo leader visionario. Il percorso avviato dieci mesi fa è vicino alla meta, alle spalle di un uomo arrivato in mezzo ai cuori nerazzurri smarriti dopo annate interlocutorie, dense di tanti "se" e "ma" e povere di esaltazione e senso di comunità. Pippo Inzaghi è riuscito, al di là dei risultati che hanno scandito la marcia trionfale della sua squadra, a centrare questi due obiettivi: con la semplicità del sacrificio quotidiano e l’immediatezza del mantenimento di poche promesse, ha raccolto e compattato dietro di sé una tifoseria che, come è sempre accaduto nei momenti storici dello Sporting Club, si è tramutata in un blocco monolitico. Il mister ha posto di fronte ai pisani e alla sua squadra una frase: "Ho un sogno".

Installandosi con umiltà in cima al popolo nerazzurro, Inzaghi ha lanciato al resto del mondo pallonaro una sfida chiara: "I have a dream", tornare a far sentire orgogliosi i tifosi di sostenere un ideale, prima ancora che una semplice squadra. Di credibilità da spendere Pippo ne aveva da spendere, forte di una carriera da campionissimo sul rettangolo verde: da vincitore di "tutto" con le maglie di club e trionfatore nella Coppa del mondo 2006, il tecnico ha indicato la strada invitando con l’esempio a essere seguito. "Non hai bisogno di vedere l’intera scalinata. Inizia semplicemente a salire il primo gradino": non abbiamo timore ad affermare che Pippo Inzaghi è stato il Martin Luther King di una provincia intera che attendeva l’arrivo del proprio leader dopo aver smarrito la strada oltre trent’anni fa. Record dopo record, trascinato dal suo tecnico abbiamo macinato i chilometri di una salita resa meno faticosa, in attesa di arrivare in vetta per goderci il panorama sottostante. La statistica è precisa: Superpippo (187 panchine) assicura la media di 1,79 punti a partita, precedendo l’altro campione del mondo Fabio Grosso (1,77 punti a incontro, dopo averne guidati 195); Giovanni Stroppa (1,65 in 234), allenatore della Cremonese; Alessio Dionisi (1,55 in 110) del Palermo e Luca D’Angelo dello Spezia (1,49 in 209). Con questo ritmo da schiacciasassi il Pisa ha dettato il passo a tutto il resto della concorrenza, toccando il picco supersonico di oltre due lunghezze a gara nella fase centrale del torneo e in questa, quella conclusiva e decisiva, nella quale Inzaghi è riuscito a far crescere i colpi dei suoi ragazzi fiaccando definitivamente la resistenza dello Spezia.

Gradino dopo gradino, concentrati esclusivamente sul "qui e ora", il Pisa e il suo popolo hanno acquisito la consapevolezza di poter arrivare in cima alla montagna da dove ammirare quella meta abbandonata e mai conosciuta dalle nuove generazioni. E quando la marcia dietro a Pippo Inzaghi avrà raggiunto quelle terre, tutti potremo urlare a squarciagola: "Siamo liberi finalmente!".

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