ENRICO SALVADORI
Sport

"I miei meravigliosi anni vissuti con Romeo"

Paolo Brosio apre il cassetto dei ricordi: "Ero un giovane addetto stampa e con Anconetani conquistammo il grande calcio"

"I miei meravigliosi anni vissuti con Romeo"

di Enrico Salvadori

Il Pisa e la Pisa di Romeo Anconetani e di Paolo Brosio. Il popolare personaggio Tv prima della sua carriera televisiva è stato l’addetto stampa dei neroazzurri negli anni Ottanta. Tre stagioni indimenticabili e il ricordo indelebile di un personaggio che ha fatto la storia del calcio italiano.

Chi era Romeo per Brosio?

"Per me uno dei primi maestri in campo sportivo, ho capito da lui come si guida una squadra in serie A. Aveva una grande capacità manageriale e capiva di calcio".

Come nasce il vostro rapporto?

"Lavoravo a La Nazione e anche a 50 Canale. I miei capi erano Beppe Meucci, Renzo Castelli, Antonio Silvestri e c’era una redazione straordinaria dove si lavorava ma anche si scherzava. Poi vengo contattato dall’Università dove cercavano un giornalista per il Notiziario dell’ateneo. Il rettore era Bruno Guerrini, il pro rettore Gianfranco Elìa. Ero anche nel Rotary giovani e invitai a una serata Romeo per parlare del Pisa. Facemmo anche delle iniziative insieme a favore di un istituto per disabili. Anconetani notò la mia intraprendenza e il mio amore per il calcio e lo sport in generale. Ero anche un bel tennista, tesserato per il Tc Mediterraneo di Nicla Migliori. Questa mia grande voglia di fare fece colpo su Anconetani".

E quindi vieni contattato dal presidente...

"L’occasione fu un incontro conviviale ‘da Bruno’ il noto ristorante di Porta a Lucca. Romeo mi disse che si era informato su di me, sapeva che mi ero laureato in Giurisprudenza con 110 e lode. C’era bisogno di un addetto stampa che fosse molto presente, la squadra giocava in serie A".

Nasce quindi una collaborazione importante.

"C’era tanto da fare, Romeo era un fiume in piena. Ma ci fu un feeling totale. Dopo le puntate in Tv del ‘Neroazzurro’ mi diceva di chiamare a casa mia mamma Anna, grande cuoca, perché andavamo a cena anche se era mezzanotte".

Il top si raggiunge in occasione della vittoriosa Mitropa Cup.

"Era la stagione 1985-86. Romeo mi chiamò e mi disse che l’organizzazione ma la dovevo sobbarcare tutta io perché sapevo parlare le lingue e dovevano essere intessuti i rapporti con le società: c’erano gli ungheresi del Debrecen, i ceki del Sigma Olomuc e gli jugoslavi del Rijeka. Vincemmo battendo il Debrecen, organizzazione perfetta. Romeo era raggiante e per premio mi fece trovare una Vespa 150 colore rosso all’Arena. Fu un grande momento".

Anche il tuo rapporto con Simoni e la squadra era perfetto. No?

"Con Gigi è nata un’amicizia sincera. Una grande persona che ci ha lasciato troppo presto. Sono molto amico anche della moglie Monica, collega giornalista. Erano periodi in cui il rapporto con i giocatori era bello e sincero. Si creava un gruppo unito nei lunghi ritiri a villa delle rose a Pescia dove qualcuno faceva delle scappatelle, ma tutto rimaneva nascosto. Vi un periodo di grandi soddisfazioni".

Qual è stata quella più bella in assoluto?

"Essere in tribuna al San Paolo e vedere il Pisa battere il Napoli di Maradona e Careca. Era esattamente il 12 gennaio 1986. Fu una prestazione eroica, Mannini parò tutto, Volpecina annullò Diego, Baldieri era imprendibile. Eravamo felici come avessimo vinto il campionato. Segnò Berggreen e a Klaus era uno dei giocatori che stimavo di più".

Oltre al calcio la tua Pisa era fatta di una vita intensa.

"L’Università, il tennis, la grande amicizia con Andrea e Luca Poli figli dell’avvocato Valdo Poli, le visite a Barbaricina. Facemmo un’incursione nel Parco di San Rossore dove ci scoprirono. Scattò l’allarme perché era residenza del Presidente della Repubblica e rischiammo l’arresto. Poi il mare a Marina di Pisa dove è cresciuta mamma e dove lei mi aveva insegnato a pescare i polpi. A Romeo feci conoscere la pizzeria Italia ad Avane. Lui e i giocatori spesso erano lì".

Poi il tuo volo verso la Tv...

"Prima il Secolo XIX a Genova e Spezia poi Mediaset. Sono passato da Romeo a Emilio Fede. Personaggi istrionici, per certi versi difficili ma che mi hanno insegnato tanto".