Pisa-Cittadella a raggi x: i nerazzurri cambiano pelle e schianto i veneti

Meno bello e più cinico. Il Pisa batte la seconda classe e piomba in zona play-off grazie alla solidità difensiva (36,5% di giocate positive) e alla concretezza degli attaccanti (cinque conclusioni, di cui tre in porta, e due gol).

L'allenatore Luca D'Angelo

L'allenatore Luca D'Angelo

Pisa, 6 luglio 2020 - Camaleontico. E' proprio il caso di dirlo. Non solo per assetto tattico, ma anche e soprattutto per approccio: per battere il Cittadella e conquistare la terza vittoria consecutiva, infatti, il Pisa ha scelto un percorso diverso rispetto alle gare precedenti, quasi inedito. Ha cambiato modulo D'Angelo, tornando al 4-3-1-2, ma soprattutto ha chiesto ai suoi giocatori cose diverse rispetto al solito: meno palleggio e più gioco sporco, pochi fraseggi, qualche palla lunga in più e tanti cacciatori alla ricerca delle seconde palle.

Lo dicono anche i numeri: la qualità delle giocate è stata alta anche con il Cittadella (75,9% di giocate riuscite contro una media, dalla ripresa, del 77,1%). La differenza l'ha fatta la tipologia: in media il Pisa privilegia le giocate propositive (68,0% di tutte quelle riuscite) a discapito di quelle difensive (29,1%). Contro la compagine di Venturato, però, i numeri sono stati completamente diversi: la propositività è calata (40,8%) ma è salita in modo significativo l'incidenza delle giocate difensive (36,5%).

Ne ha risentito il fraseggio corto (il Pisa viaggia ad una meia di 165 giocate di questo tipo a partita ma contro il Cittadella si è fermato a 82). Compensato con tanti rilanci (54, il record dalla ripresa) e i centrocampisti e i difensori scatenati a caccia delle seconde palle (39 quelle recuperate cui vanno aggiunti 36 anticipi e 18 punizioni conquistate). E la stessa concretezza vista già a La Spezia: 5 conclusioni, di cui 3 nello specchio e due gol. E' così che il Pisa ha blindato la vittoria: perché sì, i veneti hanno anche palleggiato molto, portando anche qualche pallone in area di rigore nerazzurra (soprattutto dalle corsie esterne). Ma le uniche due conclusioni in porta sono arrivate su calcio da fermo. Un atteggiamento che ha esaltato il dinamismo di Siega (il migliore sia nel fraseggio corto che nella riconquista del pallone) e la fisicità di Marconi, fondamentale nel lavoro di sponda e nel conquistare calci da fermo (5 su 18).