Pisa, 21 settembre 2024 – “La nota del ministero è certamente un fatto positivo, ma la Toscana già all’inizio dell’estate aveva annunciato la somministrazione gratuita di questo anticorpo monoclonale e, al netto di un lieve ritardo di produzione, ora siamo pronti a partire con la campagna di immunizzazione, presumibilmente entro la fine di ottobre”. Parola di Paolo Biasci, presidente regionale della Fimp, la federazione italiana dei medici pediatri di libera scelta, che commenta così la comunicazione della direzione generale del ministero della salute di trasferire “l’anticorpo monoclonale Nirsevimab-Bey dai farmaci in fascia C a quelli in fascia A, dunque a carico del Servizio sanitario nazionale” con l’obiettivo, a fronte dell’aumentata incidenza del virus respiratorio sinciziale nella popolazione pediatrica, di “rafforzare le strategie di prevenzione e immunizzazione universale a tutela dei bambini su tutto il territorio nazionale, garantendo a tutte le Regioni la somministrazione dell’anticorpo monoclonale senza oneri per i pazienti”.
In Toscana quanti bambini riguarda?
“Sono stati finora circa 800 i ricoveri all’ospedale pediatrico Meyer, centro di riferimento regionale. Nell’80% dei casi si tratta di bambini con meno di un anno, mentre in un 40% di ricoveri i neonati malati avevano meno di un mese. Il 20% di bambini ricoverati è finito in terapia intensiva neonatale. Il virus, infatti, è molto pericoloso quando colpisce i lattanti nel primo anno di età e può lasciare strascichi anche nelle età successive con episodi di asma bronchiale. Per questo è importante immunizzare subito i neonati annullando così il rischio clinico”.
Il virus colpisce solo i bambini?
“No, può colpire anche gli adulti ma senza creare i problemi che può invece procurare ai neonati. Un adulto con il virus respiratorio sinciziale se la cava più o meno con un raffreddore, mentre per un neonato questa malattia può condurre perfino in terapia intensiva causando gravi difficoltà respiratorie”.
Come funziona la campagna di immunizzazione?
“Non appena il farmaco sarà disponibile i pediatri contatteranno i loro pazienti per la somministrazione. Ma dal momento in cui il farmaco sarà disponibile sarà possibile somministrarlo già nei punti nascita e non solo negli ambulatori pediatrici. La campagna avrebbe dovuto partire ai primi di ottobre, ma un ritardo nella produzione ha creato uno slittamento di circa un mese che riguarda tutta Italia. Riguarda tutti i bambini nati dal primo aprile scorso e si esegue in un’unica somministrazione del farmaco che garantirà la copertura per i sei mesi successivi azzerando di fatto dunque il rischio clinico di sviluppare la malattia entro il primo anno di vita. Ci sono, infatti, già studi clinici ed epidemiologici che offrono rassicurazione dell’efficacia di questo farmaco praticamente in assenza di effetti collaterali”.