Notte di libeccio e mareggiate tra martedì e mercoledì. E il litorale si è svegliato con qualche ferita da curare. I vigili del fuoco sono entrati in azione in più punti per liberare la carreggiata dagli alberi caduti, uno lungo il Viale d’Annunzio. Ma sono state le spiagge a subire i danni maggiori. Preziose porzioni di arenile che il mare si è ‘mangiato’ per l’ennesima volta. A Calambrone l’acqua ha invaso gli stabilimento allagando le prime due file di ombrelloni, a Marina la forza delle onde si è fatta sentire soprattutto nel tratto dal Foresta verso nord. Alvaro Alessandri, titolare del bagno La Riva, punta nuovamente il dito sulle dighe ormai sprofondate: "Sono anni che lo diciamo. Questo tratto di scogliere ormai è inutile, le dighe sono vecchie, hanno ceduto, anche ad occhio nudo si vede quanto siano basse e frastagliate. Ho trascorso la notte a cercare di limitare i danni. Ma oltre a portare via lettini e attrezzature, quel che più è grave è che il mare ha mangiato la spiaggia. Adesso a nord è praticamente inesistente. Infatti rafforzare e ripristinare le dighe porterebbe a un doppio vantaggio: non solo una maggiore protezione per le strutture ma anche un sicuro ripascimento per Marina". E’ d’accordo Simona Rindi, presidente del Ccn di Marina: "Le dighe nel tratto da La Riva al Foresta sono aperte, non salvaguardano più le attività e le case. Sono questi i veri problemi d Marina, è il momento di risolverli invece di discutere sempre dei soliti argomenti. Nota positiva: la cella 4 dove sono appena terminati i lavori. E’ stata rafforzata, al diga è più alta, e infatti ha retto bene".
F.B.