‘Una stanza tutta per sé’: spazio-protezione

Un luogo riservato alle vittime di violenza e ai loro bambini inaugurato alla caserma ‘Mameli’ della Questura. Con l’impegno del Soroptimist

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L’autrice britannica Virginia Woolf nel suo saggio “Una stanza tutta per sé” rivendicava uno spazio per il genere femminile nella società dell’epoca. Questo spazio oggigiorno prende una connotazione particolare grazie al protocollo d’intesa tra il Dipartimento della Pubblica Sicurezza e l’associazione "Soroptimist International d’Italia". "Una stanza tutta per sé" diventa, così, un luogo discreto e confortevole per l’audizione protetta delle vittime vulnerabili che si rivolgono alle forze dell’ordine per denunciare una violenza. La “stanza” è stata inaugurata ieri pomeriggio all’interno del complesso demaniale della caserma della Polizia di Stato “Goffredo Mameli” di via San Francesco a Pisa, contigua agli uffici in uso dalla Squadra Mobile.

A presentare questa importante novità il questore di Pisa, Gaetano Bonaccorso, il procuratore Alessandro Crini, il prefetto di Pisa, Maria Luisa D’Alessandro, la presidente di Soroptimist International Italia, Giovanna Guercio, il presidente della sezione civile del Tribunale di Pisa, Eleonora Polidori, il direttore della prima Divisione Servizio Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, Marina Contino, e il presidente del Soroptimist Club di Pisa Eleonora Agostini.

"Una stanza tutta per sé" è un ambiente confortevole con quadri appesi alle pareti inclusa la fotografia di Khrystyna Novak, la ventinovenne ucraina barbaramene uccisa a Orentano, collocata dalle poliziotte della Squadra Mobile che hanno portato a compimento l’indagine e un angolo con giochi per bambini. La struttura, inoltre, è fornita di una telecamera di ultima generazione con trasmissione del segnale audio e video ai pc e a un maxischermo della Squadra Mobile. "Questo passaggio pratico rappresenta un ulteriore tassello di questo lungo percorso", dichiara il questore di Pisa, Gaetano Bonaccorso. "Le “stanze” d’ascolto, ad oggi sono 200 in tutta Italia. Sono presidi di denuncia per vittime vulnerabili, come donne e minori, che necessitano di sentirsi a proprio agio", commenta il presidente di Soroptimist International Italia, Giovanna Guercio.

"Il bilancio giornaliero di donne vittime di violenza in Italia è un bollettino di guerra. Infatti, è una guerra culturale – afferma il direttore 1° Divisione Servizio Centrale Anticrimine della Polizia di Stato Marina Contini – che si vince attraverso la prevenzione. Le vittime che devono denunciare una violenza in ambito familiare vivono momenti di ripensamento e di vulnerabilità, per questo motivo devono essere accolte in un luogo protetto. Un altro esempio di prevenzione è il cosiddetto “Protocollo Zeus” grazie al quale l’ammonimento del Questore ha valenza immediata. Il maltrattante ammonito sarà intimato ad interrompere ogni forma di aggressione e sarà invitato a seguire un percorso di recupero in un centro specializzato nel contrasto alla violenza e per i conflitti interpersonali. In questi casi la percentuale di recidiva è molto bassa". Ad evidenziare il duplice effetto benefico della “stanza” è il procuratore Alessandro Crini: "In questo modo c’è una fase del sostegno accompagnata dalla raccolta di una deposizione più chiara in vista del processo".

Ilaria Vallerini