Un parco nel nome di Filippo

La proposta della famiglia al Comune: "Venticinque alberi per il parcheggio sterrato di Calambrone"

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Venticinque alberi tanti quanti anni aveva Filippo Bubbo, il giovane autotrasportatore calabrese morto in un tragico incidente stradale a Portogruaro nel 2021. E’ il dono che la sua famiglia oggi vuole fare al Comune di Pisa per cambiare volto a un piazzale sterrato adibito a parcheggio al Calambrone nei pressi del complesso residenziale dove Filippo aveva scelto di vivere ed era apprezzato da tutti. "L’idea ci è venuta per restituire un po’ dell’affetto che Filippo ha ricevuto qui – racconta Francesco Bubbo, il papà di Filippo – con l’obiettivo di realizzare una sorta di parco urbano che conservi per sempre la memoria di mio figlio. Naturalmente la messa dimora e l’acquisto delle piante, d’intesa con l’amministrazione comunale, sarebbe interamente a nostre spese e senza cambiare destinazione d’uso a un’area che risponde sia d’estate che d’inverno alle esigenze di decine di automobilisti".

Tuttavia, la donazione degli alberi permetterebbe anche di eliminare un problema che si protrae da anni e che rende questo appezzamento di terreno di proprietà pubblica un acquitrino d’inverno con le prime piogge e un’area disordinata d’estate perché priva di stalli blu. Con la pioggia infatti il terreno, sterrato, si trasforma in una distesa di fango e pozzanghere pressoché impraticabile, mentre d’estate il via vai delle auto alza polveroni continui che disturbano i residenti delle abitazioni vicine. "La messa a dimora degli alberi – conclude Francesco Bubbo – permetterebbe anche di completare con un arredo urbano più efficace la riqualificazione della zona dove negli ultimi anni sono nati nuovi complessi residenziali abitati tutto l’anno e animati soprattutto da villeggianti e turisti in estate. Il nostro appello va dunque al Comune per avviare un’interlocuzione condivisa con l’amministrazione e portare a termine un’operazione che ci permetterebbe di ricordare mio figlio che qui aveva scelto di mettere radici e di costruire il suo futuro". Gab. Mas.