«Ho sparato per difendermi. Non sapevo che fosse Davide»

La guardia giurata è stata interrogata per quasi sei ore

Simone Paolini in in Procura

Simone Paolini in in Procura

Navacchio (pisa), 16 agosto 2015 -  «L’HO RICONOSCIUTO, ma solo dopo che ci eravamo messi le mani addosso in auto». Lo ha raccontato ieri Simone Paolini – la guardia giurata che giovedì all’alba ha ucciso il proprio collega Davide Giuliani al termine di una tentata rapina davanti al Palabingo di Navacchio – al pubblico ministero Antonio Giaconi. Paolini ha così confermato di non sapere chi si trovava di fronte quando ha sparato, ma di averlo scoperto solo dopo che i tra i due era nata una violenta colluttazione. Paolini, che ora è indagato per omicidio preterintenzionale, ha anche confermato di aver sparato «solo per difendermi, mi stava puntando contro una pistola».

DOPO essersi rifiutato di rispondere alle domande del pm a poche ore dai fatti, ieri Paolini è tornato in Procura accompagnato dal proprio legale, Erminia Imperio, e dai propri consulenti di parte – il medico legale Enrico Risso di Genova, e l’esperto di balistica Giovanni Lombardi – e si è sottoposto a un interrogatorio che è durato quasi sei ore. Durante tutto questo tempo Paolini ha ricostruito agli inquirenti i drammatici minuti durante i quali lui sarebbe prima stato minacciato da Giuliani che, con il volto coperto da un casco integrale, gli chiedeva di consegnargli l’incasso del Palabingo e poi si sarebbe difeso sparando i due colpi da dentro l’abitacolo della propria auto di servizio che hanno ferito mortalmente il suo collega. «Giovedì – spiega l’avvocato di Paolini – ho consigliato io al mio cliente di non parlare col pm perché non avevo ancora studiato il caso. Oggi (ieri, ndr) ha invece raccontato la propria versione dei fatti rispondendo a tutte le domande che gli sono state fatte dal pubblico ministero». «Dopo quanto è emerso da questo interrogatorio – aggiunge il pubblico ministero Antonio Giaconi – possiamo dire che il quadro che emerge è conforme a quello ricostruito fino a questo momento. Per questo motivo resta anche l’inquadramento che abbiamo dato alla vicenda e Paolini rimane quindi indagato per omicidio preterintenzionale. Durante l’interrogatorio – prosegue – abbiamo parlato a lungo di tutti i dettagli e Paolini ci ha confermato di aver riconosciuto Giuliani solo dopo che si erano azzuffati in auto». Il pubblico ministero per il momento non ha invece ritenuto di procedere nei confronti di Paolini anche per il porto abusivo di pistola. Secondo quanto accertata dalla Prefettura al momento della rapina il vigilante aveva sia quello che il permesso per esercitare la professione di guardia giurata scaduti, al contrario erano tutti in regola i documenti di Giuliani il quale però era in congedo parentale dal gennaio scorso.

INTANTO oggi il medico legale Luigi Papi eseguirà l’autopsia sul corpo di Giuliani, mentre ieri – sempre su disposizione del pm Giaconi – è stato conferito l’incarico di svolgere le indagini balistiche a Vittorio Balzi e, infine, sul corpo della vittima e stata eseguita una tac. I risultati di quest’ultimo esame saranno poi incrociati con quelli dell’autopsia e serviranno per confermare la versione dei fatti fornita da Paolini.