Le teste del mistero. Jean fra arte e leggenda incanta ancora

Scolpite lungomare, all'altezza del bar Gorgona, trenta anni fa

Le teste del mistero

Le teste del mistero

Pisa, 30 maggio 2016 - L'arte che abbraccia il mare. Anche se molti marinesi non lo sanno. Quelle teste scolpite sul duro scoglio osservano i passanti da almeno trent’anni. Quattro volti, in realtà, impressi su uno dei massi davanti al Bar Gorgona. Realizzati da uno dei tanti personaggi che hanno fatto la storia di Marina. Lo chiamavano Jean, è scomparso una decina di anni fa. A riportare a galla dalla memoria quella che sembra una leggenda, ma che è realtà, quelle facce esistono davvero, è stata Veronica Manghesi che del litorale ha raccontato in versi nei suoi libri. «All’epoca – ricostruisce – si diceva che era stato addirittura denunciato per averle realizzate. Era uno spirito libero, amava dipingere e scolpire in strada, spesso coinvolgeva anche i bambini in lavori a cielo aperto». A rammentare di lui e del suo estro è anche Fabiano Corsini. «Ne avrei voluto parlare in ‘Marina magica’, mi riservo di farlo in futuro. Aveva i capelli lunghi, vendeva i suoi quadri, molti rappresentavano marine inquietanti, in tanti li hanno acquistati anche per dargli un po’ di sostegno, alcuni li ho regalati a mio figlio che abita a Cuneo. Quando morì, lasciò un garage stracolmo di libri che acquistava con i soldi che aveva».

Quattro volti. Chi sono? e perché proprio in quel punto del lungomare? «Negli anni ’80 ero presidente della Circoscrizione 1 – afferma Aldo Cavalli – ci chiese il permesso di realizzare questa opera. Gli procurammo gli attrezzi. Nelle sue intenzioni, doveva trattarsi di un soggetto molto ampio, ma, si sa, lo scoglio è duro da affrontare solo con scalpello e martello. Di solito aveva ispirazione di tipo religioso, confezionava nature morte, mi regalò la sedia nel vuoto». «Dipingeva spesso il volto di una donna e di una bambina che diceva essere quello della sua compagna e della sua bambine che aveva perso in Germania – aggiunge Corsini – Anche quei segni impressi sullo scoglio rappresentano loro».