di Enrico Mattia Del Punta
PISA
Non ci fu alcun tentativo di drogare il tesseramento e quindi il ricorso presentato alla commissione provinciale di garanzia (nata dall’accordo unitario che portò all’elezione di Oreste Sabatino e rimasta intatta anche dopo la crisi dei mesi scorsi) dal segretario cittadino del Pd, Andrea Ferrante, finisce in nulla di fatto. Anzi, rischia di trasformarsi anche in un autogol politico, almeno stando alle motivazioni della commissione che ha respinto il suo ricorso: "Nessuna anomalia sostanziale viene rilevata in merito all’attività del tesseramento 2023 condotta dal Partito Democratico di Pisa", ma soprattutto ove Ferrante adombrava un tentativo di "golpe" interno messo in atto dai bonacciniani per frenare l’ascesa dei sostenitori di Elly Schlein la risposta della commissione di garanzia è lapidaria: "Non vi è alcun elemento che mostra che l’alto numero di nuovi iscritti alteri il procedimento congressuale, in quanto nessuno può classificare preventivamente la sensibilità politica che caratterizzerà il un nuovo aderente in una competizione di una fase successiva". Secondo Ferrante almeno 51 dei 162 moduli in bianco per il tesseramento erano stati prelevati da persone che non avevano titolo a farlo dal "segretario di circolo, né da persona delegabile al tesseramento".
Nel mirino era finito anche il presidente dell’assemblea comunale Nicola Landucci, strettissimo collaboratore di Antonio Mazzeo, leader toscano dei bonacciniani. Accuse che la commissione giudica infondate: "Non sussiste alcuna infrazione rispetto al Codice Etico del partito, allo Statuto del Pd nazionale e della Toscana. A questo punto la strada per il congresso pisano lanciata da tempo (la mozione Bonaccini ha già scelto di puntare sulla candidatura di Mario Iannella, mentre la sinistra dem non ha sciolto le riserve sulle candidature) potrebbe finalmente essere spianata e subito dopo le festività natalizie potrebbe essere fissata la data. In casa Pd, però, il clima è tesissimo anche a San Giuliano terme dove la commissione di garanzia ha sconfessato la decisione dell’assemblea comunale di scegliere il candidato sindaco senza ricorrere alle primarie e ha deliberato di annullare proprio il punto 3 di quel documento che recitava "con il voto favorevole dei tre quinti dei componenti dell’assemblea, viene individuato un percorso per la scelta del candidato sindaco alternativo allo strumento delle primarie" ma soprattutto invita i dirigenti dem sangiulianesi ad "adottare tempestivamente tutte le misure che consentano il rispetto delle condizioni di regolarità del percorso verso le amministrative". Una decisione che rimette in gioco la candidatura alle primarie del giovane Franco Castellani, sostenuta proprio dai fedelissimi di Mazzeo.