CARLO VENTURINI
Cronaca

"Svecchiare l’Ateneo per far fronte alle nuove sfide"

La corsa per il Rettorato: la candidatura e il programma di Riccardo Zucchi, ex santannino e presidente della Scuola interdipartimentale di Medicina

di Carlo Venturini

"Non sono iscritto a nessun partito politico e confesso di non amare il politicamente corretto". Chiude con questa nota personale, la bozza di programma di candidatura a rettore, di Riccardo Zucchi presidente della Scuola interdipartimentale di Medicina, ex santannino, originario di Castelnuovo Garfagnana, sposato, con quattro figli. Zucchi ha esternato la sua possibile candidatura con una mail al personale di ateneo allegando un programma di 17 capitoli in otto pagine. I camici bianchi (questa volta sembrano compatti) entrano nell’agone elettorale con il prestigio che compete a Medicina se pur i numeri siano anche a Ingegneria e Lingue e Lettere accorpate.

"Svecchiare la dirigenza, aggiornare l’offerta didattica, favorire la creazione di un vero centro congressi, ed aprire immobili da dismettere ad associazioni studentesche", sono questi alcuni punti del suo programma. "L’università sta invecchiando – scrive Zucchi - e il nostro ateneo, più di altri. Occorre dare priorità al reclutamento di giovani validi, selezionati in base al merito, offrendo loro una reale prospettiva di carriera, e impegnarsi affinché cresca il ruolo dei più giovani nelle attività di governo accademico". Sul fronte dell’identità di genere, Zucchi scrive: "Occorre diffondere la consapevolezza che l’innovazione e l’eccellenza didattica e scientifica richiedono l’integrazione armonica delle differenze di genere, etnia e provenienza geografica". Nessun rettore però passa senza il placet del personale tecnico-amministrativo nonostante il diverso peso del voto (uno a sei): "Questo costituisce una risorsa senza la quale non è possibile operare alcun salto di qualità. Si è creata una situazione che rende difficile l’acquisizione e la valorizzazione delle competenze". Il vero "datore" di lavoro del personale accademico, se così si può dire, è la compagine studentesca. "L’università può far fronte alle sfide che la attendono soltanto se saprà avvalersi della forza politica e sociale della sua popolazione studentesca. Oltre a una revisione critica dell’offerta didattica, è necessario mantenere e rafforzare l’identità di un ateneo sensibile ai diritti delle studentesse e degli studenti" dice Zucchi. L’ateneo è forse il primo proprietario di immobili in città: "Va definito il destino degli edifici obsoleti che sono stati dismessi, o lo saranno nel prossimo futuro (come il Palazzo Granduca, l’ex-dipartimento di Chimica, gli edifici di via San Zeno, il polo di Scienze Veterinarie alle Piagge), valutando anche la possibilità di renderli almeno in parte spazi per iniziative studentesche o strutture per ricercatori e visiting professors.

In considerazione dell’obiettivo strategico di proporre Pisa come centro attrattivo per lo scambio culturale, è ineludibile sviluppare un progetto per creare un vero centro congressi, o meglio un centro multimodale. Sulla terza missione, Zucchi scrive: "La gestione dei brevetti, degli spin-off, delle attività di trasferimento tecnologico e dei rapporti con le imprese presenti sul territorio richiedono strumenti dedicati, sia nell’organizzazione interna dell’ateneo, che nella forma di enti partecipati che fungano da acceleratori di impresa". In chiosa del programma: "Non ho fatto parte delle precedenti amministrazioni e non sono iscritto a partiti politici. Rispetto tutte le posizioni, ma con questo non aderisco a un relativismo etico o a un pragmatismo acritico".