“Sul concetto ambiguo di autodeterminazione dell’individuo, fra libertà e responsabilità”

Il 10 maggio prossimo, alle 17, nell’Aula Magna della Scuola Superiore Sant’Anna

Pisa, 7 maggio 2024 - Per il ciclo "Poltica e Sapienza" per l'anno accademico 2023-24, il prossimo venerdì 10 maggio alle 17, nell'aula magna della scuola Superiore Sant'Anna, andrà in scena "Il concetto ambiguo di autodeterminazione dell'individuo e i principi costituzionali di libertà e responsabilità". Relatori i prof. Francesco D. Busnelli, Professore di Diritto civile, Emanuele Rossi, Professore di Diritto costituzionale Presiede: Andreas de Guttry, Professore di Diritto internazionale. L'inizio del nuovo secolo registra l'avvio di un progressivo processo di transi- zione dal personalismo della concezione dignitaria della nostra Costituzione — che affianca ai “diritti inviolabili dell’uomo” i “doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale” - al soggettivismo della Convenzione europea “per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali”. Espressione caratteristica delle incertezze di detta transizione, e dalle conseguenze di una crescente manifestazione di ambiguità, è appunto il nuovo concetto di autodeterminazione individuale, assunto come fonte di un diritto “al governo della propria vita, al pieno esercizio della sovranità del proprio corpo” e destinato a prendere il posto del principio costituzionale di dignità, “un concetto — si è scritto — giuridicamente inutile”, sempre più riducibile a una sorta di “trojan horse for religion”. Francesco D. Busnelli Per introdurci all’incontro il Professor Busnelli ci ha anche inviato le seguenti brevi note riguardo al pensiero di alcuni Autori. Giuseppe Capograssi aveva dedicato uno dei suoi ultimi brevi saggi alla “Ambiguità del diritto contemporaneo” (1954), un messaggio che conserva tutta la sua palpitante attualità: “in questa ambiguità noi viviamo e ci muoviamo. E perciò siamo storditi. È in questo mondo che oscilla, sembra che ci manchi il terreno fermo su cui fondare le nostre vite”. Ma il grande filosofo del diritto è stato anche lo storico presidente della Corte Costituzionale (1955), da cui ha preso avvio il fermo, costante indirizzo di osservanza del principio fondamentale della dignità della persona; un indirizzo che trova conferma ai tempi nostri nelle testimonianze di tre presidenti della Corte esprimenti la cultura di tre distinti rami del diritto. Lo storico del diritto — Francesco P. Casavola, 2014 - sottolineando l'esigenza culturale di “tornare alle radici”, ricorda che “la dignità della persona è una persuasione etica della comunità. Nessuno potrebbe sostenere che la persona umana può essere vilipesa, offesa, violata in quel valore che un tempo si chiamava imago dei.” Il costituzionalista — Gaetano Silvestri, 2008 - riconosce che “la supremitas della dignità la innalza a criterio di bilanciamento di valori, senza che essa stessa sia suscettibile di riduzioni per effetto di un bilanciamento. Essa non è effetto di un bilanciamento, è la bilancia medesima”. Il penalista — Giovanni M. Flick, 2015 - nel tessere un “elogio della dignità”, avverte che “la dignità propone un valore assoluto in un contesto di valori relativi; espande il suo ambito dalla vita dell’uomo (nell'accezione tradizionale) alle sue premesse, potenzialità e inizi (la cellula, l'embrione, il feto), nonché alla sua conclusione e alla sua trasmissione nelle generazioni future (il fine vita, il post mortem e la discendenza).” M.B.