
Un amore vero, capace di resistere a tutto. Anche alla morte, mostro che mette i brividi anche se l’età delle fiabe appare lontana. Perché delle fiabe, diciamo la verità, se ne ha sempre un gran bisogno. Come del lieto fine e di quel ‘e vissero felici e contenti’, unica riga mancante nella storia di Edoardo Parisi e della sua Chiara.
Ci ha provato Edoardo, 32 anni, fucecchiese come la sua principessa, a correre più veloce del male. A realizzare il sogno, l’ultimo rimasto, della 36enne aggredita e strappata alla vita in meno di due anni da un cancro "speciale come speciale era Chiara", racconta il giovane. Chiara Giuntoli voleva sposarsi e avere dei bambini. "Il tumore che, dopo i seni, aveva attaccato il suo fegato – racconta il giovane – ci aveva costretti a rinunciare all’idea di avere dei figli. Ma il matrimonio, quello, restava". Così Edoardo, quando due settimane fa la sua fidanzata, dopo l’ennesimo controllo, gli ha spiegato di avere delle metastasi, non ha avuto più dubbi. "Sono andato, ho comprato l’anello e me lo sono messo in tasca – ricorda –. Avrei voluto darglielo a casa, con i palloncini, le nostre foto sospese, invece così non è stato".
La proposta è arrivata all’ospedale di Cisanello, dove la giovane si trovava ricoverata. "Volevo aspettare che stesse meglio – spiega il 32enne –. Poi, mercoledì, è arrivato il segnale". Palaia. E’ stata la località nel Pisano, luogo di residenza della compagna di stanza della 36enne, a far scattare la proposta. "Del matrimonio non avevamo pianificato niente – racconta il ‘mezzo marito’ come si definisce lui stesso –. Avevamo soltanto deciso la chiesa, quella di Palaia appunto. Quando quella donna ha pronunciato quella parola, Chiara, in dormiveglia, ha aperto gli occhi e ci siamo guardati". Qualche ora per organizzare il tutto "con la complicità del personale dell’ospedale, impagabile". Appena la giovane fucecchiese, dal sorriso contagioso e dalla determinazione unica, è rimasta sola in stanza, il suo fidanzato ha varcato la soglia, ha sfoderato il più bello dei sorrisi e si è avvicinato al letto del suo amore.
"Avrei bisogno di chiederti una cosa – le ha detto –, è già una settimana che rimando rimando rimando, che mi sembra sempre di sbagliare giorno, sbagliare tutto: allora oggi ho avuto questo segnale e ho detto che è il giorno giusto. Mi levo la mascherina: mi vuoi sposare?".
Un discorso tutto d’un fiato, con Chiara incredula, emozionata, incantata nel guardare l’anello prima nella classica scatolina poi al suo dito. "Mi ha detto – continua il fidanzato –. ’Dentro è come se saltassi, ma mi dispiace più di così non ce la faccio’. Me lo ha detto all’orecchio. So che era felicissima: fosse stata a casa, sono sicuro, avrebbe corso per tutta Fucecchio". La conosceva bene quella donna "che da ragazzi consideravo inarrivabile, quattro anni di differenza, io in motorino lei in macchina, io a giocare al campino lei a ballare con le amiche. Fino a quel messaggio su Facebook, un po’ più di 5 anni fa: mi scrisse per avere informazioni su una vacanza a Formentera, io non riuscivo a credere che lei stesse cercando me". Il tempo che passa, gioie e dolori propri di ogni rapporto, ma la voglia di stare insieme unica.
"Mi diceva che il suo sogno era avere famiglia, io la prendevo in giro pensavo che pensasse in piccolo – ricorda ancora Edoardo –. Oggi so che lei era quella che pensava in grande, non io. E quel male, comparso due anni fa in Messico, in vacanza, mi ha dato la certezza che era la donna giusta per me". Era agosto 2018: "Tornati a casa si sottopose a un controllo, io ero andato a Rimini per una gara di corsa: mi chiamò, piangeva, mi disse che aveva un tumore. Salii in macchina e corsi da lei". Le cure, poi, "l’anno scorso, l’operazione riuscita. Da lì siamo ripartiti, abbiamo vissuto ogni momento". Fino a quando il tumore è tornato, ancora più feroce, una sentenza di morte che "non cancella ciò che Chiara è stata e i suoi insegnamenti. Il primo: apprezzare ogni momento".