Soldata ferita durante esercitazione. Quattro condanne e tre assoluzioni

Vanessa Malerbi che vive nel pisano: "Ho pensato che sarei morta. Rivivo quell’episodio ogni notte". Il giudice riconosce una provvisionale di 200mila euro. "Si parla di prassi, ma serve più sicurezza".

di Antonia Casini

Un forte rumore, il buio, il dolore. La caporal maggiore Vanessa Malerbi, originaria di Lucca e residente nel pisano, racconta quel 12 giugno 2018, quando al poligono di Carpegna, durante un’esercitazione militare organizzata dal 187° Reggimento Folgore di Livorno, rimase gravemente ferita al volto. "Porto ancora le conseguenze". Ora lavora nell’esercito da civile e chiede "più sicurezza" all’indomani della fine del processo penale a Urbino per quell’infortunio. Si è concluso con quattro condanne, tre assoluzioni e una provvisionale di 200mila euro, per i danni subiti, dopo venti udienze e la modifica del capo di imputazione da parte del pm Boni che ha definito il fatto una "tragedia". "Questo non è un processo all’esercito ma a un modo di lavorare", ha detto in requisitoria. "Rivivo quel momento ogni notte", spiega Malerbi. "Ho avuto la sensazione che la mia vita stesse finendo". Sull’esito del procedimento. "Sono stati condannati solo gli esecutori e non chi dà l’ordine. Il risarcimento mi servirà per le cure a vita, non voglio gravare su nessuno, ma cercare di cambiare il meccanismo sbagliato. Si parla di prassi, ma serve più sicurezza".

A essere condannati sono stati i militari Alessandro Vecchi, Fabio Filippone, Claudio Marchesi e Alessio Prisco, a ciascuno la giudice Francesca D’Orazio ha comminato una multa tra i 150 e i 300 euro, pena sospesa e non menzione. Dovranno rimborsare le spese giudiziarie sostenute da Malerbi (assistita dall’avvocato Andrea Poli), dalla madre Antonella (avvocato Max Giordano Marescalchi) e dalla sorella Sofia (avv Muriel Petrucci), costituite parti civili. Gli assolti, "il fatto non costituisce reato", sono il generale Giuseppe Scuderi, all’epoca comandante del 187° reggimento paracadutisti, il colonnello Gianluca Simonelli e il capitano Michele Colizzi. I sette erano stati rinviati a giudizio perché ritenuti responsabili, a vario titolo, del ferimento di Malerbi. A Carpegna, la militare era di servizio per l’assistenza sanitaria in un’esercitazione. Ma un colpo di mortaio finì fuori traiettoria e delle schegge investirono Malerbi mentre era fuori dall’ambulanza, causandole gravissimi traumi. Secondo l’accusa ci sarebbe stata una serie di errori: è stata contestata anche la posizione scelta per l’ambulanza, ritenuta "inusuale". "In un’esercitazione si viene per imparare, sbagliare e correggere – commenta l’avvocato Giuseppe Placido Cardillo che difende la squadra di tiro – Chi non può sbagliare è chi predispone il campo con regole stabilite. Dopo aver letto le motivazioni, valuteremo l’appello. Resta il dolore dei miei assistiti per quanto accaduto a un loro commilitone".