"La Regione non ascolta gli infermieri" è la denuncia che arriva dal sindacato Nursind, dopo l’ipotesi, poi smentita dallo stesso presidente della Regione Eugenio Giani, di chiudere i piccoli presidi ospedalieri in Toscana. Il caos sanità è alle cronache di giornata, con ospedali presi d’assalto dal picco dell’influenza stagionale, e la necessità di contenere la spesa sanitaria. Secondo il segretario di Nursind Pisa Daniele Carbocci, la situazione attuale è frutto di scelte sbagliate del passato.
Carbocci, la chiusura degli ospedali è stata smentita, ma era stata presentata come una possibile opzione da seguire. Come mai?
"Dal 1970, quando c’erano oltre 91 ospedali, si è passati alle attuali 39 strutture ospedaliere. Oggi, con soli 3,2 posti letto per 1000 abitanti (contro il parametro nazionale di 3,7), assistiamo a pronto soccorso invasi da cittadini malati in attesa di un letto. La capacità di ricovero è diminuita del 43%. Forse bisognerebbe guardare altrove per individuare le cause del deficit nella sanità. Decine di ospedali sono stati chiusi, ma il buco nella sanità è ancora lì e cresce sempre di più".
Quali sono gli sprechi su cui intervenire?
"Solo per citarne alcuni, l’eccessivo numero di dirigenti con stipendi esorbitanti, o forse sono nelle costruzioni faraoniche di ospedali costosi che, finanziati con progetti, continuano a gravare sul bilancio pubblico, ma anche gli errori nella programmazione della spesa farmaceutica o dei dispositivi medici costosi".
Progetti faraonici, come il nuovo ospedale di Cisanello?
"Vedremo, i dubbi sono tanti, la costruzione del nuovo ospedale a Cisanello è stata pensata tanti anni fa con una concezione superata di intensità di cura, che mette tutti sotto un’unica struttura, senza differenziare i pazienti. Questo concetto, come è stato dimostrato potrebbe presentare problemi organizzativi. Si ispirava al modello inglese, che però gli stessi paesi anglosassoni hanno già abbandonato da tempo. Più grande non è per forza sinonimo di migliore. Un grande ospedale, con i tagli al personale che ci sono, poi va riempito".
Giani ha anche parlato di rivedere le procedure con cui opera l’Estar.
"Questo è un bene, era stato presentato a suo tempo come una soluzione; invece, si è dimostrato un enorme fallimento. Le lungaggini burocratiche e le gare d’appalto eseguite anni dopo a prezzi non rinegoziabili creano solo sprechi. Faccio un altro esempio".
Quale?
"Se io devo ordinare 100 siringhe speciali per il mio reparto, sono costretto ad ordinarne un blocco da 1000, che poi non serviranno".
Il piano di spending review?
"Il governatore Giani e l’assessorato alla sanità continuano a chiudere gli occhi di fronte agli infermieri, che sono la categoria più numerosa e presente in ogni setting assistenziale, agendo in modo unilaterale senza coinvolgerli nel confronto. Le soluzioni prospettate non sembrano adatte a garantire una sanità giusta ai toscani".