GABRIELE MASIERO
Cronaca

Seven Stars cresce e scommette sui Navicelli

Viaggio "nel ventre" di una delle realtà più solide e qualificate del distretto nautico pisano. A caccia di giovani talenti del settore.

di Gabriele Masiero

E nato nel 2012 come cantiere navale di service e refit di imbarcazioni dai 20 ai 60 metri e oggi è una delle principali realtà del distretto pisano della nautica con una clientela qualificata in tutto il mondo. Seven Stars ha al suo interno circa 15 dipendenti ma lavora con le maestranze più qualificate affidandosi a ditte esterne, creando pertanto un indotto notevole. La Nazione ha incontrato il titolare Davide Mugnaini per parlare di presente e futuro dell’azienda.

Vi presentate già nel nome della società come un’azienda che fa degli alti standard qualitativi del servizio offerto la cifra del vostro lavoro. Può spiegarci perché?

"Seven Stars nasce nel 2012 con un vertice aziendale costituito da personaggi noti al mondo della nautica per notevole esperienza nel settore. L’idea era di dare una continuità post vendita ai cantieri costruttori di superyacht, fornendo la propria professionalità e specializzazione nell’assistenza immediata, nel service e nella manutenzione invernale. Grazie a maestranze esperte e selezionate offriamo qualità, sicurezza e disponibilità in ogni servizio. Seven Stars ha lo scopo di garantire ai propri armatori la custodia e la cura delle loro imbarcazioni come fossero gioielli. Quando l’imbarcazione è ben tenute mantiene un buon valore di mercato e questo fa sì che il cliente possa decidere di vendere la propria per acquistarne magari una più grande".

Il mercato internazionale della nautica ha risentito della crisi economica legata alla pandemia? E in che modo?

"E’ innegabile che il mercato ne abbia risentito anche se in maniera diversa rispetto ad altri settori. Per il nostro mondo è come se il 2020 si fosse fermato a marzo e avesse congelato piani, progetti, programmi. Ma la ripartenza ci ha trovati pronti a realizzare i desideri dei nostri clienti per garantire loro un’estate sicura e in relax".

Quali sono le prospettive per il futuro immediato e a medio lungo termine?

"Il lancio del nuovo cantiere che abbiamo acquisito lo scorso anno, l’ex Cantiere Picchiotti, esteso per ben 72 mila metri quadrati di piazzale, 12 mila mq di capannoni coperti con 2 travel lift (uno da 600 tonnellate e l’altro destinato a imbarcazioni più contenute da 40 tonnellate). Mentre a medio-lungo termine intendiamo invece trovare giovani competenti e pieni di energie, perché il nostro lavoro è una vera missione che deve conciliare tra loro l’aspetto emozionaleumano con quello tecnicoprofessionale. Vogliamo anche consolidare accordi con brand importanti della nautica internazionale".

Parliamo dell’area dei Navicelli: Che cosa serve alle imprese per continuare a essere competitive in uno scenario globalizzato?

"Il problema più grande legato al futuro delle aziende che operano ai Navicelli è legato alla fruibilità del canale. Profondità, accesso e ponte dell’autostrada sono le 3 chiavi di volta per sbloccare definitivamente lo sviluppo di quest’area. Ci tengo a sottolineare nella maniera più ferma possibile che dobbiamo lavorare duramente e fare in modo che la profondità del canale aumenti, che l’accesso al canale sia semplice e snello (basti pensare all’esperienza olandese dove i canali sono percorribili senza ostacoli) e che il ponte dell’autostrada non rappresenti più una barriera per il passaggio delle imbarcazioni di dimensioni veramente importanti. Il nostro compito più faticoso è far capire ai comandanti che quando arrivano in Seven Stars sono liberi di uscire quando preferiscono. Purtroppo in alcuni casi si sentono prigionieri dovendo sempre tener conto di ponti, spesso in manutenzione, e fondale in continuo dragaggio. Il Canale dei Navicelli deve diventare navigabile in maniera semplice. Per noi è un’arteria fondamentale".