
Con la nuova delibera della Regione Toscana a partire da lunedì probabilmente saranno messi a rischio molti trasporti sanitari di urgenza (ex ordinari). A lanciare l’allarme sono le Misericordie pisane sui canali social, preoccupazione che nasce dall’obbligo per i medici di prescrivere solo attraverso le Dema (ricette elettroniche dematerializzate) i trasporti sanitari tra cui visite specialistiche, riabilitazioni, terapie, dimissioni e molti altri servizi alla persona. "Da lunedì, con ultima proroga concessa dalla direzione regionale dal 1° novembre, molti pazienti rischieranno di non avere più l’ambulanza per poter fare i trattamenti, visite o magari per essere dimessi dagli ospedali. Un esempio di pochi giorni fa per la sola nostra zona, dei quasi 400 trasporti ordinari effettuati solo poco più del 10% avevano la corretta ricetta elettronica questo ci fa pensare che se ci sarà effettivamente il blocco delle autorizzazioni e che una grandissima percentuale di cittadini che hanno diritto al trasporto potrebbero rimanere ’imbrigliati’ nella burocrazia". "Tutte le associazioni di volontariato sono state avvisate il 27 ottobre che dal 1 novembre ci sarebbero stati questi cambiamenti e noi ci siamo adeguati in tempi rapidissimi e siamo stati operativi con la nuova modalità nei tempi indicati dalla Regione. Dopo due mesi e mezzo, chi non si è adeguato non siamo noi volontari ed è corretto che l’intera cittadinanza sappia che se da lunedì qualche suo parente rimarrà a casa perdendo una visita o una terapia la responsabilità non sarà certo del mondo del volontariato". "Auspichiamo quindi - conclude il presidente delle Misericordie pisane, Maurizio Novi - che la Regione e l’Asl corrano ai ripari prorogando ulteriormente le modalità attuali di prescrizione e però pensi anche a sanzionare i propri dipendenti inadempienti e non solo i cittadini quando saltano una visita prenotata magari a causa dell’inadempienza di altri".
Preoccupazione condivisa anche da Anpas. "L’applicazione del provvedimento sulle Dema è un problema serio perché mette in discussione il trasporto di persone già fragili e provate - commenta il presidente della Pubblica Assistenza di Pisa, Alesssandro Betti -, un sistema fortemente escludente per le sue strette maglie. Non tarderemo a inviare un documento e un ordine del giorno ai Comuni della Toscana".
A evidenziare le problematiche che potrebbero emergere a partire da lunedì è anche il presidente dell’Ordine provinciale dei medici, Giuseppe Figlini: "Questa delibera regionale ha sicuramente delle criticità. La Regione deve continuare a dare la possibilità ai medici di effettuare “ricette rosse“, quelle che fino a questo momento erano valide per il trasporto sanitario. Non deve però essere la regola, ma piuttosto l’eccezione. Ovvero in casi specifici come visite a domicilio o per motivi tecnici (come problemi ai dispositivi elettronici), “la ricetta rossa“ deve continuare ad essere valida".
Ilaria Vallerini