PAOLA
Cronaca

Se il ’perfetto’ è in difetto di empatia

Genitori e figli perfetti non esistono: la cultura del patriarcato e il culto della perfezione sono l'humus della violenza di genere. Per evitarla, è necessario accettare le proprie difficoltà e quelle degli altri, imparando a chiedere e offrire aiuto.

Zerboni

Sembrava un "figlio perfetto. Mai dato nessun problema, né a scuola, né con i professori, mai un litigio con qualche compagno di scuola o che altro. Con il fratello più piccolo neanche una baruffa". A far da agghiacciante sfondo alla terribile vicenda di Giulia Cecchettin, ci sono anche queste parole. Quelle con cui il padre di Filippo Turetta, l’ex fidanzato omicida di Giulia Cecchettin, parla del figlio ai cronisti assiepati davanti a casa sua. Non se lo spiega, babbo Turetta, come quel ‘figlio perfetto’ sia diventato un feroce assassino. "Qualcosa dev’essere entrato in lui", dice. E descrive quel ‘bravo ragazzo’ come se all’improvviso un alieno lo avesse replicato.

Ma come fa un genitore ad arrivare a pensare che suo figlio, per quanto bello e bravo, sia addiruttura la perfezione in persona? E come son fatti i figli perfetti? Riflettono a specchio ogni aspettativa o ambizione di mamme e papà? Un figlio è ‘perfetto’ perché va bene a scuola, non litiga col fratellino e non crea problemi alla sua ‘perfetta’ famiglia? C’è una brutta notizia. I figli perfetti non esistono. Perché perfetto (almeno in questo mondo) nessuno lo è. Non esistono i genitori perfetti, l’uomo o la donna perfetti, le famiglie perfette, gli insegnanti perfetti, gli amici perfetti, i colleghi e gli ambienti di lavoro perfetti. Ciascuno di noi è un mix di limiti e potenzialità con cui vanno fatti i conti. Ammetterlo è il primo passo per accettare le proprie difficoltà e rendersi conto di quelle degli altri. È il primo passo per accettare i vari ‘no’ che arriveranno nella vita, dal primo amore che ti lascia, alla promozione che sfuma, alle mille altre volte che qualcuno viene scelto al posto tuo. È il primo passo per ammortizzare le delusioni. Per riuscire a chiedere e offrire aiuto agli altri. Se è vero che la cultura del patriarcato è l’humus della violenza di genere, il culto della perfezione diventa l’altare su cui si sacrifica ogni tipo di empatia. Intesa come ‘capacità di comprendere o sentire ciò che un’altra persona sta vivendo’. Succede ogni giorno. Anche nelle famiglie migliori.