Chiamarla tabaccheria è riduttivo ed inesatto, e non datele della anziana ed attempata nonostante i suoi 125 anni. Dal 1896, in Borgo Stretto, "Profumeria tabacchi Scarlatti" è da generazioni punto di riferimento per intenditori di accessori per il tabacco, profumi artistici di nicchia, distillati pregiati, pipe, e sigari cubani, caraibici e toscani. Ed a proposito di questi ultimi, il filosofo tedesco Friederich Nietzsche cita in "Così parlò Zaratustra" la tabaccheria Scarlatti dove comprò i sigari toscani di ritorno da San Rossore dove vide per la prima volta i cammelli": dice Massimo Bartalini che da 25 anni, si è preso l’onere e l’onore di portare avanti l’eredità storico culturale dell’esercizio. "Il classico non tramonta mai ma si rinnova, infatti il nostro motto è rinnovare nella tradizione": precisa Bartalini mentre prende in consegna una pipa da far riparare. "Le nostre pipe sono molto preziose. Sono italiane basti citare Castello, Viprati, Bacigalupi. Ho spedito una pipa a Singapore ad un manager nostro vecchio cliente. Una pipa molto costosa". E rimanendo nel tema tabacchi, "qui abbiamo inventato uno spegni sigaro di radica". Ma da Scarlatti, si va anche per essere accompagnati in un percorso olfattivo unico in città. "Abbiamo oltre 20 marche di profumi che hanno fatto davvero la storia della profumeria mondiale. Sono etichette scelte una ad una per intenditori, per chi non si accontenta di profumi dozzinali industriali".
Nel 2017, vince il concorso dell’Alfea per la vetrina più bella ed a Bartalini vengono in mente altri ricordi collegati a quella vetrina: "Una volta rilevata la tabaccheria, erano necessari alcuni lavori e un giorno, è arrivata una funzionaria della sovrintendenza che ci ha intimato di non toccare l’arredo ligneo. Le ho risposto che non era, e non è mai stata nostra intenzione farlo. Anzi si trattava di esaltare tutto l’esistente". Questo per far capire la storicità di quella rivendita che porta con orgoglio blasonato, il numero "6" come licenza dal monopolio.
E per rinnovare nella tradizione, ecco che Bartalini dà un sapiente impulso alla coltelleria o come dice lui "alle lame" e quindi via allo sdoganamento delle forbici e delle lame giapponesi da barbiere o da cucina così come spazio "a quei pregiati rasoi tedeschi della Boker con manico in abalone, una conchiglia madreperlacea". E sempre Bartalini mostra un set di sette rasoi "perché una volta se ne usavano sette, uno per ogni giorno della settimana".
Di ricordi in ricordi si risale a quando nei primi del ‘900 nelle tabaccherie, si dava il chinino contro la malaria oppure quando lì si andava a comprare la pagella scolastica intonsa da consegnare poi a scuola. Insomma da Scarlatti, si fa incetta di ricordi e di aneddotica storica e culturale sul mondo del tabacco che è appunto un mondo che si lega a quello dei profumi e della coltelleria. E visto che siamo in periodo natalizio, Scarlatti si trasforma in una casa dei balocchi alla Charles Dickens con carillon, giostre meccaniche e addobbi sartoriali natalizi inglesi. Non chiamatela dunque, tabaccheria.
Carlo Venturini